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ALÌ Inutil mi lusingo non sia la mia venuta.
TAMAS Senza il mio bene io moro.
TAMAS La sposa... ohimè, chi la conforta?
ALÌ Tamas, la sposa vostra; quell'infelice...
TAMAS Nol merta, sventurata.
Che fu di lei?
ALÌ Pensate qual l'avete lasciata.
TAMAS Crudelissimo amico, voi mi svegliate in core
Il più fatal rimorso, il più funesto orrore...
ALÌ Fatima è saggia alfine; vede ogni forza vana
Per distaccarvi il core dalla rivale Ircana.
Più allo sposo non pensa; Tamas veder dispera;
Questo novello oltraggio par che la renda altera.
Quel che le punge il core è l'onta vergognosa
Di ritornar qual venne, senza il nome di sposa.
E il padre vostro istesso le dà il fiero consiglio
Di voler, vivo o morto, di Machmut il figlio.
TAMAS Morto m'avran; ragione hanno sulla mia vita
Un genitore offeso, una sposa tradita.
ALÌ Ma se il destino offrisse a Fatima infelice
Ma son vane lusinghe del tuo amor, del tuo zelo.
Tanta felicitade non mi promette il cielo.
ALÌ Tamas, chi sa? t'accheta, non disperar.
Allor che tu porgesti a Fatima la mano,
Si rese immantinente il vigoroso Osmano.
Nulla sa di tua fuga. Lungi è da noi gran tratto.
Pria che torni, v'è tempo; tentisi ad ogni patto.
TAMAS Tentisi. Ah se disciolto foss'io senza un delitto...
ALÌ Vado, amico, e m'attendi. Non vo' vederti afflitto.
Poni con alma lieta nella mia man tua sorte.
A riveder ritorno della città le porte.
Spera, pria che si spenga di questo giorno il sole;
Chi sa ch'io non ritorni, e il tuo dolor console?
Sì; risoluto i' parto, o di recarti aita,
O di venir io teco a terminar mia vita. (parte)