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ATTO QUARTO
Scena Terza. Bulganzar ed un Nero a lui simile con varie vesti persiane a uso di donna, ed un cassettino: e detti
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
BULGANZAR Eccomi di ritorno... Oh Ircana fortunata,
Mi consolo che siete femmina ritornata.
BULGANZAR Meschino, a sospirar per voi.
DEMETRIO Parla meco, che vuoi?
BULGANZAR Vengo con queste spoglie, e queste gioje unite,
Che furono ad Ircana da Curcuma rapite...
IRCANA Che di colei ne avvenne?
Che la vecchia impiccata fe' il viaggio a Belzebù.
IRCANA Giusta pena a' suoi falli.
BULGANZAR Di Tamas un amico. Il conoscete? Alì. (ad Ircana)
A che da Alì si mandano di Demetrio alle soglie?
BULGANZAR Da questo chiuso foglio resterete informato.
DEMETRIO Recalo alle mie mani.
BULGANZAR Ad Ircana è inviato.
IRCANA Ha in esso Tamas aggiunti i sensi suoi?
BULGANZAR Tamas non l’ha veduto.
IRCANA Signor, leggete voi. (a Demetrio)
DEMETRIO Leggerò. (apre il foglio)
IRCANA Non ritorna Tamas alla consorte? (a Bulganzar)
BULGANZAR Povera disgraziata! Par l'effigie di morte.
DEMETRIO Alla bella, alla saggia, che ha nelle luci il dì,
Alla superna Ircana scrive e si prostra Alì.
Ecco l'usato stile de' persian scrittori;
Anche i saggi, per uso, deon far gli adulatori.
Merti, Ircana, ogni lode, ma al tuo stato presente
La pietà è necessaria, non la lode eccedente.
IRCANA Tamas è di qua lungi? (a Bulganzar)
DEMETRIO Le luci a me rivolta.
Quel che contiene il foglio a te diretto, ascolta.
Le gioje tue ti rende un cuor di te pietoso;
Mandati le tue spoglie, procura il tuo riposo.
Spera che per te il fato potrà cambiarsi un dì.
tal sarà sempre Alì.
IRCANA Fido cuore, bell'alma, specchio d'amor, di fé,
Tu la pace mi rendi... Oh Dei! Tamas dov'è? (a Bulganzar)
BULGANZAR Ve l'ho detto tre volte, e lo dirò la quarta
È in un bosco vicino.
IRCANA Reca a lui questa carta. (la leva di mano a Demetrio)
Di' che ricerchi Alì, che torni al lieto avviso...
Ma che a mirar non torni della rivale il viso.
Di' che attenda l'amico. Ad Ispaan ten riedi,
In nome mio costanza al tuo signor deh chiedi.
Rammentagli del cuore la debolezza antica.
Ah sedur non si lasci dal duol della nemica.
Non vorrei che celasse questo foglio un inganno.
Tutto temer son usa, tutti tremar mi fanno.
Misera m'han voluto finor le stelle ultrici;
Discernere non vaglio dai nemici gli amici.
Fido Alì mi lusinga; Tamas fedele io spero;
Ma la mia speme è incerta, ed il mio duolo è vero.
BULGANZAR Ma che maniera strana di tormentar voi stessa?
DEMETRIO Modera in sen la pena che t'ha finora oppressa.
Troppo sperar non lice, tutto temer non giova.
Del ver che il foglio ha impresso deesi veder la prova.
IRCANA Queste più mie non sono
A voi schiava le deve, sia per tributo o dono.
DEMETRIO No, t'inganni; in tal guisa di profittar non uso.
Serbale in tuo potere. Prendile.
BULGANZAR Se voi le ricusate, se l'Armeno non è
Avido di tai gioje, le tenirò per me.
DEMETRIO Recale alle mie mani.
BULGANZAR Eccole.
BULGANZAR Sono pur sfortunato.
DEMETRIO Là puoi ripor le spoglie.
BULGANZAR Almen qualche cosuccia.
DEMETRIO Esci di queste soglie.
BULGANZAR La risposta nemmeno?
BULGANZAR E ho da partir così?
IRCANA Deh se Tamas rivedi, digli che viva, e speri.
BULGANZAR Guadagnasi pur poco a far certi mestieri.
Un uom della mia sorte merta esser ben pagato;
Ma il mestier del mezzano venuto è a buon mercato (partono i due Neri)