Carlo Goldoni
Pamela maritata

ATTO PRIMO

SCENA TERZA   Il cavaliere Ernold e detti

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SCENA TERZA

 

Il cavaliere Ernold e detti.

 

ERN. Miledi, io sono impazientissimo di potervi dare il buon giorno. Dubito che lo stordito del cameriere si sia scordato di dirvi essere un quarto d'ora ch'io passeggio nell'anticamera.

PAM. Se aveste voluto la bontà di soffrire anche un poco, avreste inteso dal cameriere medesimo, che per questa mattina vi supplicavo dispensarmi dal ricevere le vostre grazie.

ERN. Ho fatto bene dunque a prevenir la risposta; se l'aspettavo, ero privato del piacere di riverirvi. Io che ho viaggiato, so che le signore donne sono avare un po' troppo delle loro grazie, e chi vuole una finezza, conviene qualche volta rubarla.

PAM. Io non so accordare finezze, né per abito, né per sorpresa. Un cavalier che mi visita, favorisce me coll'incomodarsi, ma il volere per forza ch'io lo riceva, converte il favore in dispetto. Non so in qual senso abbia ad interpretare la vostra insistenza. So bene che è un poco troppo avanzata; e con quella stessa franchezza, con cui veniste senza l'assenso mio, posso anch'io coll'esempio vostro prendermi la libertà di partire. (parte)

 

 

 


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