Carlo Goldoni
Pamela maritata

ATTO TERZO

SCENA SESTA   Il cavaliere Ernold e detti

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SCENA SESTA

 

Il cavaliere Ernold e detti.

 

ERN. Milord, la sapete la novità?

BONF. Di qual novità v'intendete?

ERN. Il conte d'Auspingh, padre della vostra Pamela, trasportato, cred'io, dalla disperazione, è andato egli stesso a manifestarsi alla Corte, e a domandar giustizia per la figliuola, col sagrifizio della propria persona.

BONF. E l'ha potuto far senza dirmelo? Così mal corrisponde all'amoroso interesse che per lui mi presi? Confida forse in milord Artur? Sprezza così la mia protezione? Ah sì, la figlia ingrata ha sedotto anche il padre. Questo novello insulto mi determina al risentimento. Vadasi a precipitar quest'indegni. (in atto di partire)

MIL. Dove andate, milord?

BONF. Alla regia Corte.

MIL. Non vi consiglio di andarvi.

BONF. Perché?

MIL. Perché, se si sapesse il fatto della pistola...

BONF. Andate al diavolo ancora voi. Tutti congiurano ad inasprirmi. Son fuor di me. M'abbandonerò alla più violenta risoluzione. (parte)

 

 

 


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