Carlo Goldoni
L'amante militare

ATTO PRIMO

SCENA QUATTORDICESIMA

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Corallina e detti.

 

COR. (Come! Arlecchino soldato?) (da sé)

ARL. Corallina, allegramente. Ah! cossa te par? Fazzio bona figura?

COR. Bravo. È questa la parola che data mi hai di sposarmi?

ARL. E perché no te possio sposar?

COR. Uno di questi giorni marcerai coll’armata, e mi pianterai.

ARL. Oh bella! Ti marcerà anca ti coll’armada.

COR. No, no, se sei pazzo tu, non son pazza io. Vattene, ch’io più non ti voglio.

ARL. Ah cagna! cussì ti me abbandoni?

COR Perché farti soldato?

ARL. Per magnar e bever, esser vestido, calzado, e no far gnente a sto mondo.

COR. Povero sciocco, te n’accorgerai.

ARL. Me n’accorzerò? Mo per cossa?

COR. L’inverno colla neve e l’estate col sole starai sulle mura collo schioppo in ispalla: Chi va ? Dormirai sulla paglia, faticherai a far l’esercizio, e se fallerai, saranno bastonate.

ARL. Bastonade?

COR. E di che sorta! E poi anderai alla guerra, a pericolo di perder un braccio, o di perder un occhio, o di perder la testa.

ARL. La testa? No vôi alter soldado.

COR. Caro Arlecchino, se mi avessi voluto bene, non avresti fatta questa risoluzione.

ARL. Gnente, ghe remedio subit, ghe dagh indrè la so roba, e desf ogni cosa.

COR. Sì, caro Arlecchino, mettiti in libertà.

ARL. Va a ca, aspettame, che adesso vegno.

COR. Guarda di non mi burlare.

ARL. Ti vederà.

COR. (Povero Arlecchino! gli voglio bene. Un marito sciocco come lui non lo trovo, se lo cerco per tutto il mondo). (da sé, parte)

ARL. Alla guerra? Perder la testa? Perder Corallina? Oh, no vôi alter. Sior caporal, una parola.

CAP. Che cosa volete?

ARL. Tolì el voster abit, tolì el voster felippo, e no vôi alter da vu.

CAP. Come! siete pazzo?

ARL. Ve digh che no vôi alter.

CAP. Siete rimesso, siete nel ruolo, avete avuto l’ingaggio, avete avuta la montura, non è più tempo di dir non voglio.

ARL. O tempo, o no tempo, tegnì el voster vestido. (vuole spogliarsi)

CAP. Giuro al cielo, non vi spogliate.

ARL. E mi me voggio spoiar.

CAP. Vi bastonerò.

ARL. Chi bastonerì?

CAP. Voi.

ARL. Sangue de mi, ve pelerò i mustacchi.

CAP. Ah ! Perdere il rispetto al caporale? Soldati, presto, mettetelo sulla panca.

ARL. Aiuto. (i soldati lo stirano sulla panca, e il Caporale lo bastona)

CAP. Camerata, a voi. (un altro Caporale lo bastona)

ARL. (Si raccomanda)

CAP. Alzati. (ad Arlecchino)

ARL. Ah, che son tutto rotto.

CAP. Presto, fa il tuo dovere.

ARL. Ah, che el me preterit l’è imperfetto.

CAP. Animo, dico.

ARL. Cossoia da far mi, poveretto?

DUE CAP. Avete da ringraziare chi vi ha bastonato.

ARL. Ringraziare? Ah, che sieu maledetti!

CAP. Mettetelo sulla panca.

DUE CAP. Altre cinquanta bastonate.

ARL. Pietà, misericordia.

CAP. Fate il vostro dovere. (ad Arlecchino)

ARL. Sior caporal... la ringrazio... delle bastonade... che la m’ha favorido. (Possa esser appicado per man del boia). (da sé) Anca ela, sior soldado...

DUE CAP. Soldato? Son caporale. (gli una bastonata)

ARL. Ho capido. La ringrazio: prego el cielo la benedissa (e ghe fazza romper i brazzi). (da sé)

CAP. Conducetelo al quartiere. (a’ soldati)

DUE CAP. Imparerai a portare rispetto ai tuoi superiori. (partono tutti)

 

 

 


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