Carlo Goldoni
Pamela maritata

ATTO TERZO

SCENA QUINDICESIMA   Milord Bonfil poi monsieur Majer; poi monsieur Longman

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SCENA QUINDICESIMA

 

Milord Bonfil poi monsieur Majer; poi monsieur Longman

 

BONF. Se le lagrime di Pamela fossero veramente sincere... Ma no, sono troppo sospette.

MAJ. Milord. (salutandolo)

BONF. Accomodatevi. (salutandolo, e siedono)

MAJ. A voi mi manda il Segretario di stato.

BONF. Io era appunto incamminato da lui. Trovai per istrada chi mi avvisò della vostra venuta. Tornai in dietro per aver l'onor di vedervi, e per udire i comandi del reale ministro.

MAJ. Egli mi ha qui diretto per darvi un testimonio della sua stima e della più sincera amicizia.

BONF. Vi è qualche novità toccante l'affare del conte d'Auspingh?

MAJ. Non saprei dirvelo. (Convienmi per ora dissimular di saperlo). (da sé)

BONF. Sapete voi che un vecchio Scozzese siasi presentato al ministro, o all'appartamento del Re?

MAJ. Parmi di averlo veduto. Ma non ve ne saprei render conto. (Non è ancor tempo). (da sé)

BONF. Che avete a comandarmi in nome del Segretario di stato?

MAJ. Egli è informato di quel che passa fra voi e la vostra sposa.

BONF. Da chi l'ha saputo?

MAJ. Non saprei dirvelo. Sa che miledi vostra consorte viene imputata d'infedeltà; sa che voi la credete rea, sa che volete intentare il ripudio, e sa che ella si protesta innocente. Il ministro, che ama e venera voi e la vostra casa, e che soprattutto brama di tutelare il decoro vostro, vi consiglia a disaminare privatamente la causa, prima di farla pubblica, per evitare gli scandali e le dicerie del paese. A me ha conferita la facoltà di formarne sommariamente il processo verbale. Questo dee farsi tra le vostre pareti, col semplice detto delle persone informate, e col confronto degli accusatori e degli accusati. Per ordine del ministro medesimo, dee qui venire milord Artur. Fate voi venire la vostra sposa. Fate che vengano miledi Daure e il cavaliere Ernold, che si sa essere quelli che hanno promosso il sospetto. Lasciate la cura a me di estrarre dalla confusion la chiarezza, e separar dall'inganno la verità. Se la donna è rea, si renderà pubblica la di lei colpa, e pubblica ne uscirà la sentenza; s'ella è innocente, riacquisterete la vostra pace, senza aver arrischiata la vostra riputazione. Così pensa un saggio ministro, così deve accordare un cavaliere onorato.

BONF. Ehi.

LONG. Signore.

BONF. Fate che vengano miledi Daure e il cavaliere Ernold; venga parimenti Pamela con madama Jevre. Se viene milord Artur, avvisate che lo lascino immediatamente passare; e voi pure cogli altri trovatevi qui in questa camera, e non vi partite. (Longman parte)

 

 

 


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