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BON. Miledi, che fate voi in queste camere?
MIL. Son venuta a sollecitare Pamela.
BON. Che volete far voi di Pamela?
MIL. Non me l'avete voi concessa per cameriera?
BON. Pamela non ha da uscire di casa mia.
MIL. Come! Mi mancate voi di parola?
BON. Io non mi prendo soggezione di mia sorella.
MIL. Una sorella, ch'è moglie d'un cavaliere, deve essere rispettata come una dama.
BON. Prendete la cosa come vi piace. Pamela non deve uscire di qui.
MIL. Pamela deve venire con me.
BON. Va nella tua camera. (a Pamela)
BON. Va nella tua camera, ti dico, che giuro al cielo vi ti farò condurre per forza.
MIL. Eh, Milord, se non avrete rispetto...
BON. (a Miledi) Se non avrete prudenza, ve ne farò pentire. (a Pamela, con isdegno) Va in camera, che tu sia maledetta.
BON. Sì, con lei nella sua camera. Animo, con chi parlo?
JEV. Pamela, andiamo; non lo facciamo adirar d'avvantaggio.
PAM. (a Jevre) Se venite voi, non ricuso d'andarvi.
JEV. (a Bonfil) Signore, facciamo il vostro volere.
PAM. Obbedisco a' vostri comandi. (s'inchina, ed entra con Jevre)
BON. (da sè) (Ah Pamela, sei pur vezzosa!)
MIL. Fratello, ricordatevi dell'onore della vostra famiglia.
BON. (s'accosta alla camera dov'è andata Pamela)
MIL. Che? Andate voi nella camera con Pamela? Mi farete vedere sugli occhi miei le vostre debolezze? Giuro al cielo!
BON. (serra per di fuori colla chiave la camera ov'è Pamela, e si ripone la chiave in tasca)
MIL. Assicurate la vostra bella, perchè non vi venga involata! Milord, pensate a voi stesso, non vi ponete a rischio di precipitare così vilmente.
BON. (senza abbadare alla sorella, parte)
MIL. Così mi lascia? Così mi tratta? Fa di me sì bel conto? Non son chi sono, se non mi vendico. Sa molto bene Milord che nati siamo entrambi di un medesimo sangue. Lo sdegno che in lui predomina, non è inferior nel mio seno; e s'egli mi tratta con un indegno disprezzo, mi scorderò ch'egli mi sia fratello, e lo tratterò da nemico. Pamela o ha da venire con me, o ha da lasciare la vita. (parte)