Signor,
con tal compagna sarei lieto e felice;
Ma
ancor tanta fortuna sperare a me non lice.
L'amo
teneramente, quanto amar si può mai;
Amor
di lei mi accese dal dì ch'io la mirai.
Misero
me, che tardi tornato in questo regno,
Piansi
con altra donna il già contratto impegno.
Vi
confidai l'arcano che mi agita e mi affanna.
Vi
è noto ch'io promisi sposar donna Marianna:
Dama
povera, è vero, orfana messinese,
Che
nell'età mia tenera del primo amor mi accese.
Misero!
non avessi Messina unqua veduta,
Che
non avrei sì presto la libertà perduta.
Poteva
il padre mio, là a comandare inviato,
Avermi
fra i congiunti in Napoli lasciato.
Quante
sventure unite! la vita il genitore
Perduta ha in quel governo, ed io perduto ho il cuore.
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