Carlo Goldoni
Il padre per amore

ATTO SECONDO

SCENA SESTA   Il Duca don Luigi, Paolina, e donna Marianna ritirata

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SCENA SESTA

 

Il Duca don Luigi, Paolina, e donna Marianna ritirata.

 

LUI.

Eccomi a voi, signore. Abbiatemi scusato

Se udire i cenni vostri finora ho ritardato.

PAO.

Della vostra bontade, signor, vi son tenuto.

Siete bastantemente sollecito venuto.

LUI.

Che avete a comandarmi?

PAO.

Signor, compatirete

Se ardisco incomodarvi...

LUI.

Posso saper chi siete?

PAO.

Un cavalier io sono di patria messinese.

LUI.

Patria a me lungo tempo affabile e cortese,

Di cui scordar non posso ogni favore antico,

E ogni suo cittadino dee ritrovarmi amico.

PAO.

Lo so che di godervi Messina ebbe l'onore;

So che principiaste accendervi d'amore;

E che nella mia patria vive la fortunata

Che con dolci catene vi ha l'anima legata.

LUI.

Sono i teneri amori comuni all'età nostra.

Favoritemi il nome della famiglia vostra.

PAO.

Son io don Paolino conte dell'Infantado,

E di donna Marianna cugino in primo grado.

LUI.

Ho l'onor di conoscere questa illustre famiglia,

Fra le più rinomate del Regno di Castiglia;

Godo veder in voi di quella un discendente,

E di donna Marianna un nobile parente.

Qual affar vi conduce di Napoli alle mura?

PAO.

L'affar, per dire il vero, piuttosto è di premura.

Di mia cugina in nome vengo a dirvi, o signore,

Ch'ella intende il possesso aver del vostro cuore.

LUI.

Tardi, amico, giugneste. Il foglio lacerato

Libero già mi rese, e ad altra io fui legato.

Se dello zio il consiglio meno poteva in lei,

Mancare alla promessa ardito io non avrei.

Ma senza poter essere di mancator tacciato,

Dalla di lei condotta son io giustificato.

PAO.

La misera ingannata fu per altrui malizia;

Se siete un galantuomo, fatele voi giustizia.

LUI.

Signor, se da servirvi altro non ho che in questo,

Con voi più lungamente a ragionar non resto.

PAO.

Si vede ben, che siete... un mancatore ingrato.

LUI.

Non tollera gl'insulti un animo onorato;

E voi che m'ingiuriaste sulla pubblica strada,

Rendetemi ragione del torto colla spada.

PAO.

Colla spada? Signore, voi non mi conoscete.

Tornate con più comodo, se battervi volete.

LUI.

Già vi conobbi al volto, siete un'anima vile.

PAO.

Non mi credea sì presto di muovervi la bile.

 

 

 


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