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ATTO TERZO
SCENA SESTA Don Fernando, donna Isabella, il Duca don Luigi e donna Placida
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Don Fernando, donna Isabella, il Duca don Luigi e donna Placida.
FER. |
Duca, venite meco. Non dubitate, o cara, Termineran gl'insulti della fortuna avara. Ad inquietarvi il core nova cagion si desta; Ma di temer lasciate, terminerà ancor questa. Se per legge finora di voi fui genitore, Or principia l'impegno di un padre per amore, Scoperto il grande arcano che l'esser vostro addita, La catastrofe oscura dovrebbe esser finita; Ma il tenero amor vostro, e quel di una rivale, Fa crescere l'impegno che nel cuor mio prevale. Di tai discoprimenti le storie abbiam ripiene, Veggiam tali avventure favoleggiar le scene; Ma in rendermi contento se il mio desire adempio, Vuò di paterno affetto dar un novello esempio. |
LUI. |
Alle di lui promesse questa vi aggiungo anch'io: Vi serberò in eterno la fede ed il cuor mio. E se il destin mi vieta ch'io sia di voi consorte, Pria ch'altra mi possieda, giuro incontrar la morte. (parte) |