Avvi
la provvidenza di sì gran ben colmata,
Che
al ciel, se vi dolete, voi comparite ingrata.
Chi
mai sperar poteva, che l'amoroso inganno
Scoperto
a noi non fosse di vergognoso affanno?
Vissi
finora in pena; il mio rimorso atroce
Franca
non mi lasciava articolar la voce.
Quando
stringeavi al seno il principe Fernando,
Godea
del vostro bene, ma ne godea tremando.
Voi
figurando in mente di sua ricchezza erede,
Pareami
un rapina l'indebita mercede.
Mille
volte fui spinta dai stimoli d'onore
A
discoprir l'arcano; ma mi trattenne amore.
Ora
di quest'amore, ch'esser dovea punito,
Ecco
la colpa assolta, ecco il timor finito.
Di
due tenere madri fu compatito il zelo;
Figlia,
gradite il dono, e benedite il cielo.
Ah
sì, perché compita alfin sia nostra sorte,
Il
ciel dopo tant'anni mi rende il mio consorte.
Mandai
più d'un amico a ricercarlo intorno;
Spero
di rivederlo pria che tramonti il giorno.
Oimè,
l'amor di madre, di rintracciarlo invece,
Di
lui, per cagion vostra, quasi scordar mi fece.
Finor
nel cuore afflitta, a giubbilar non usa,
Son
per doppia cagione dal mio piacer confusa.
Voi
vi dolete ancora? Deh, non mi fate un torto:
Sereno
il vostro ciglio accresca il mio conforto.
Sperate;
il vostro cuore sarà contento appieno.
Il
più chi ha superato, può superare il meno.
Sì, sarà vostro il Duca.
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