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Donna Placida, poi donna Isabella.
PLA. |
Placida sventurata! potea temer di peggio? Ah, mi punisce il cielo per la mia colpa, il veggio. Son rea d'aver la figlia più del dovere amata, E il ciel nella mia figlia mi vuol mortificata. |
ISA. |
Madre, ancor non vedeste il genitore in faccia? Quando potrò gettarmi del padre in fra le braccia? |
PLA. |
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ISA. |
Acchetatevi, o madre; lungi non è il contento. Verrà, verrà fra poco, questo mio cuor lo sente, Vicino a queste porte. |
PLA. |
Oh misera innocente! (a donna Isabella con tenerezza, e parte) |