Carlo Goldoni
Le pescatrici

ATTO TERZO

SCENA QUINTA   Lesbina, Nerina e detti

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SCENA QUINTA

 

Lesbina, Nerina e detti.

 

 

LESB.

(Oh sorte traditora!)

 

 

NER.

(Oh sorte ingrata!)

 

 

LESB.

(Tu m'hai tradita).

 

 

NER.

(M'hai assassinata).

 

 

BURL.

Servo, signora mia.

 

 

FRIS.

Schiavo a vussignoria. (procurano alterar la voce)

 

 

LESB.

Serva sua, mio padron.

 

 

NER.

Serva umilissima.

 

 

LESB.

Lor signori chi sono?

 

 

BURL.

Cavalieri.

 

 

FRIS.

Amici di Lindoro.

 

 

NER.

Partiranno con lui?

 

 

FRIS.

Sì, mia signora.

 

 

BURL.

E partirà con esso Eurilda ancora.

 

 

LESB.

(Che invidia!)

 

 

NER.

(Che dispetto!)

 

 

BURL.

E due ninfebelle

Che potrebbero noi render felici,

Qui resteranno a far le pescatrici?

 

 

NER.

Ah, pur troppo, signore.

 

 

FRIS.

E se il bambino Amore

Vi destinasse andar lontan di qui,

Non andereste voi?

 

 

LESB.

Eh, forse sì.

 

 

BURL.

Se volete venir, meco vi guido.

 

 

NER.

Ah signor, non mi fido.

 

 

FRIS.

Io vi sposo a drittura.

 

 

LESB.

Che m'ingannate ho un poco di paura.

 

 

FRIS.

Giuro da cavaliero.

 

 

BURL.

Sulla mia nobiltà vi dico il vero.

Se volete venir, convien far presto.

 

 

FRIS.

Il bastimento è lesto.

 

 

NER.

Lesbina, che facciamo?

 

 

LESB.

Cosa dici, Nerina? Andiamo?

 

 

NER.

Andiamo.

 

 

BURL.

Ma dite, avete un qualche innamorato?

 

 

NER.

Eravi uno sguaiato

Che il bello mi facea. Per i suoi denti

Questo cibo non è.

 

 

BURL.

(Ehi, senti, senti). (piano a Frisellino)

 

 

FRIS.

E voi amaste alcuno?

 

 

LESB.

Vi dirò: v'era uno

Che mi piacea una volta;

Ora più non lo curo.

 

 

FRIS.

(Ascolta, ascolta). (pianoBurlotto)

Eh, voi non siete nata

Per un simil mestiere.

 

 

LESB.

Certo cosa son io da cavaliere.

 

 

BURL.

Voi nutrite nel sen nobili brame.

 

 

NER.

Io non so praticar che colle dame.

 

 

BURL.

Oh quanto siete bella!

 

 

FRIS.

Oh quanto mi piacete!

 

 

LESB.

Dite davvero?

 

 

NER.

Ah, poi m'ingannerete.

 

 

BURL.

(Andiamo avanti?) (piano a Frisellino)

 

 

FRIS.

(Adesso viene il buono). (piano a Burlotto)

Via, non perdiamo tempo.

 

 

BURL.

Lindoro seguitiamo.

 

 

NER.

Ehi, Lesbina.

 

 

LESB.

Nerina.

 

 

NER.

Andiamo?

 

 

LESB.

Andiamo.

 

 

 

BURL.

Favorisca la sua bella mano.

Io la voglio servir come va.

 

 

NER.

Mi sorprende l'onore sovrano,

E mi grazia con troppa bontà.

 

 

FRIS.

Se comanda, la servo pian piano,

Con rispetto, con tutta umiltà.

 

 

LESB.

Un favoreraro, sì strano,

Più contenta, più lieta mi fa.

 

 

NER.

Il suo nome?

 

 

BURL.

Burbanicolo.

 

 

LESB.

Ed il suo?

 

 

FRIS.

Barapendicolo.

 

LESB.

} a due

Nomi belli in verità.

NER.

BURL.

} a due

(Oh, che rara fedeltà!)

FRIS.

 

LESB.

Ehi signore, è titolato?

 

 

FRIS.

Sono conte e son marchese.

 

 

NER.

Dica, dica, è graduato?

 

 

BURL.

Duca sono al mio paese.

 

 

NER.

Mi rallegro.

 

 

LESB.

Mi consolo.

 

 

a due

Che fiorita nobiltà!

 

BURL.

} a due

(Oh, che rara fedeltà!)

FRIS.

 

NER.

Ehi Lesbina, io son duchessa.

 

 

LESB.

Ehi Nerina, io son contessa.

 

 

a quattro

Che fiorita nobiltà!

 

 

NER.

Il mio caro Burbanicolo.

 

 

LESB.

Il mio bel Barapendicolo.

 

 

BURL.

La mia cara contessina.

 

 

FRIS.

La mia bella duchessina.

 

 

a quattro

Andiamo, andiamo,

Con civiltà.

Viva la nostra

Gran nobiltà. (partono)

 

 

 

 


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