IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
TON. Via, cossa gh’è? Coss’è sta malinconia? Se ancuo le cosse va mal, un altro zorno le anderà ben.
COR. Dite benissimo; se oggi non si mangia, forse forse si mangerà domani, e se non domani, può essere un altro giorno. Questo locandiere non ci vuol dare un pane a credenza.
TON. Cara muggier, gh’avè rason, ma ve prego, no me mortifichè d’avantazo. Avemo fenio i bezzi, avemo fenio la roba, no me xe restà altro che un poco de spirito, per cercar el remedio alle nostre desgrazie. Se me avvilì, se me opprimè, semo persi affatto, podemo andarse a far seppellir, perché moriremo de fame.
COR. Per oggi non moriremo di fame, poiché ho mandato Arlecchino mio fratello a vendere un fazzoletto di seta, che era l’unico mobile che mi era restato.
TON. Poverazza! Diseme, cara, seu pentia d’averme tolto per mario?
COR. Compatitemi, queste non sono interrogazioni da fare a una moglie, quando non vi è da mangiare.
TON. Pol esser che colla poesia se femo strada a qualche fortuna. Mi savè che per componer in bernesco e per improvvisar, a Venezia giera in qualche concetto. Vu sè anca più brava de mi, componè de bon gusto, componè all’improvviso, e col vostro stil particolar v’avè sempre fatto onor, onde tra vu e mi possibile che no scoverzimo qualche raggio de bona fortuna?
COR. Eh, caro marito, al giorno d’oggi la povera poesia non si considera un fico.
TON. Eppur mi me son innamorà in vu per causa della poesia.
COR. Mi dispiace avervi data una dote così cattiva.
TON. La dota che m’avè dà, la xe poca, ma la me piase.
COR. Se vi piace, è tutta per voi. Ma ecco mio fratello.