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OTT. Ecco qui, sempre gente in questa camera. Dove scrivo, non voglio nessuno.
BEAT. Io ci sono venuta, perché il mio dovere mi ci ha portata.
OTT. Favorite andar nelle vostre camere.
FLOR. Signor Ottavio, perdonatemi.
OTT. Vi riverisco, Breviano Bilio.
BEAT. Posso parlarvi di un affare che preme?
OTT. Signora no. Ho da correggere la prefazione per l’accademia di questa sera.
BEAT. Signora Rosaura, andiamo.
ROS. Anch’io avrei da terminare una composizione per questa sera.
OTT. Terminatela, e voi lasciatela stare.
BEAT. Sì, fate bene. Resterà qui col signor Florindo.
OTT. Breviano Bilio è nostro accademico.
BEAT. E io...
OTT. E voi andate a badare alla rocca.
BEAT. Mi preme l’onore di questa casa.
OTT. Se vi premesse l’onore di questa casa, non sareste un’ignorantaccia, inimica della poesia.
BEAT. Più tosto che avere la malattia dei versi, vorrei essere zoppa e guercia.
OTT. Gente cui si fa notte innanzi sera. (siede al tavolino)
BEAT. Il bell’onore che acquisterà la vostra figliuola!
OTT. Gente cui si fa notte innanzi sera.
BEAT. Voi mi volete far crepare.
BEAT. Il diavolo che vi porti. (parte)