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Tu, che vanti di latte il bel sembiante,
Dovresti aver tutti candor gli affetti:
Tu, che avanzi in beltà nostri intelletti,
Non dovresti sdegnar un cuore amante.
Io, che sempre in amor ti fui costante,
Dovrò dunque morir? Oh crudi effetti
D’un’empia ferità, che i cuori e i petti
Rende duri vie più ch’aspro diamante.
Donna d’alta beltà così crudele,
Senz’aver mai pietà del mio dolore,
Come in tanta dolcezza alberga il fele?
Ah! colpa de’ miei danni è il tuo candore,
Che sotto neve è ben ragion si cele
Gelato affetto e tutto gelo un core.
1723.