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Sciogliete i lacci miei, se ragion parvi,
Sciogliete i lacci, ch’al mio sen strigneste,
Liberatemi il cor, che voi faceste
Prigion, ché senza cor non posso amarvi.
Credei, meschin, credei poter mirarvi
Senza preso restar, ma non sì preste
Furo le luci mie languide e meste,
Che ànno preso diletto in adorarvi.
Ma voi sì cruda e sì feroce siete,
Che a un servo, a un schiavo, a un suddito prostrato
Anche un solo favor negar potete?
Vi chieggo libertade, e non ingrato
Sarò d’un dono tal, anzi vedrete
Ridonarmi più lieto al laccio amato.