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Un dì, che i miei pensier mi facean guerra
Minacciandomi al sen aspra rovina,
Orbefatto restai da pellegrina
Beltà, ch’al primo sol sguardo m’atterra.
Con una idea, che a giudicar non erra,
Discorreva così l’alma meschina:
O sono in ciel, ed è beltà divina,
O divina beltade è scesa in terra.
In ciel non già, ch’un portamento, un brio.
Una grazia, uno sguardo, un rezzo, un riso,
Non appaga dell’alma il bel desio.
Fra’ mortali ne men, ch’un sì bel viso
Mai si vide quaggiù; è il pensier mio
Che mi tien fra la terra e il paradiso.