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Donna sapiente è di natura un mostro,
Ché sapienza non pregia il sesso imbelle:
Orgogliose n’andrian le fensinelle
S’avesser la metà del saper nostro.
Ma alla donna, signor, ch’ora vi mostro,
Un certo non so che dietro le stelle,
Che, se fia che ella scriva o pur favelle,
Fa stupir ogni mente, ed ogni inchiostro.
Confonde il scimunito, appaga il saggio,
Il dotto aggrada, e l’ignorante alletta;
Chi vergogna ne prova, e chi coraggio.
Incanta il labbro, e l’occhio poi saetta;
E con doppio per lei vero vantaggio
Converte gli aspri, e i teneri diletta.