IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Nella vaga stagion che i prati indora,
Dietro un fonte gentile i’ mi posava,
E disteso sul suol pascendo andava
Le pupille lascive in seno a Flora.
Quando nell’apparir di vaga aurora,
Vidi la donna mia che si specchiava
Ne’ limpidi cristalli, ove lavava
Le mani, il volto, e ‘l vago petto ancora.
Volea scoprirmi, e timoroso amante
Ver l’amata beltà la mano io stendo,
Ma ritiraila poi tutto tremante.
Mentre la bella Dea sdegnar temendo,
Mi contento fra doglie e pene tante,
Viver penando, e poi morir tacendo.