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POESIE GIOVANILI E POESIE DIVERSE FINO AL 1748
Alli signori accademici di Pavia affidati
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Alli signori accademici di Pavia affidati
Mia musa un dì, che senza gloria o vanto,
M’inaffiava di latte il sen negletto,
Sgridò, piangendo, il mio volgare affetto,
Ed io fui sordo a quelle voci, al pianto.
Or preso il cor da un generoso incanto,
Armai di speme e di costanza il petto,
Ché, per far il mio stil men vil, più schietto,
Affido in voi, saggi pastori, il canto.
Allora sì, che se per grazia, o sorte,
Gradiste il desir mio giusto e verace,
Fatte belle vedrei sue luci smorte.
E fatt’io poi d’un bell’onor seguace,
Con lei, con voi, fin al picchiar di morte
Vivrei contento giorni lieti in pace.