Carlo Goldoni
L'amante militare

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Piazza remota.

 

Don Sancio e don Alonso, ed alcuni soldati.

 

SANC. L’occasion della marcia vi ha facilitata la libertà. Il signor generale ha parlato a don Garzia, ed è la cosa accomodata. Quando il tempo lo permetterà, io vi farò abboccare insieme, e tornerete amici.

ALON. Vado ad allestirmi per la partenza.

SANC. Dove?

ALON. Al mio quartiere.

SANC. Sapete voi dove sia il vostro quartiere?

ALON. Non è la casa del signor Pantalone?

SANC. No; vi fu cambiato. Il vostro equipaggio e il vostro quartiere sono alla locanda del Sole.

ALON. Perché questa mutazione?

SANC. Per levarvi l’occasione di far all’amore.

ALON. L’amore non m’impedisce di far il dover mio.

SANC. Vi fa però cimentar colla spada.

ALON. A ciò m’astrinsero le impertinenze di don Garzia.

SANC. Originate dalla vostra passione.

ALON. Dite più tosto dalla sua indiscretezza.

SANC. Orsù, or non è tempo di garrire. Due ore mancano alla sera, due ore mancano alla nostra marcia. Avete udito battere la generala? Poco può tardare a suonar il rappello.

ALON. Con vostra permissione; or ora sono alla compagnia.

SANC. Dove andate?

ALON. Concedetemi un quarto d’ora, e mi vedrete alla mia bandiera.

SANC. Voglio sapere dove indirizzate i passi.

ALON. Ve lo dirò.

SANC. Avvertite di non ingannarmi, che saprò il vero.

ALON. Capace non son io d’ingannarvi. Vado a dar l’ultimo addio alla mia adorata Rosaura.

SANC. E sarà vero, che in un tempo in cui dovete animarvi per la battaglia, perdere vogliate i momenti nelle tenerezze d’amore?

ALON. Alle battaglie non ho bisogno di prepararmi. Il valore non esige esortazioni, né consigli, per incontrare il cimento. Il tempo che mi avanza di libertà, voglio donarlo al mio cuore, senza pregiudizio dell’onor mio.

SANC. Voi parlate con troppo ardire.

ALON. Perdonate la mia sincerità.

SANC. Nipote, non vi abusate dell’amore di vostro zio.

ALON. Un capitano che zio non mi fosse, non cercherebbe di togliermi un momento di bene, che può essere l’ultimo della mia vita.

SANC. A niuno più di me preme la vostra gloria.

ALON. Perdonatemi, preme a me, quanto a voi.

SANC. Col porla a rischio, mostrate curarla poco.

ALON. Posso compromettermi della mia virtù.

SANC. Questa è una presunzione.

ALON. Il tempo passa, e lo perdo in vano; addio, signore.

SANC. Andate, giovine incauto; precipitatevi, se volete.

ALON. No, non lo temete. Son chi sono, e vi farò toccare con mano, che l’amor nel mio cuore cede il loco al dovere di buon soldato. (parte)

 

 

 


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