Carlo Goldoni
Componimenti poetici

SONETTI SACRI

IL MONDO OGNOR LO STESSO ODA ANACREONTICA

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IL MONDO OGNOR LO STESSO

ODA ANACREONTICA

 

Tutti gridano che il mondo

Tristo è fatto ai nostri ;

Onde a tutti anch’io rispondo:

Non è ver, non è così.

Proverovvi, et ex professo,

Che fu il mondo ognor lo stesso.

Tiranneggiano gli avari,

E non pagan le mercedi;

Fanno pianger gli operari,

Per far ridere gli eredi;

Ma di tali avari ingrati

Ve ne fur ne’ tempi andati.

Della moglie si lamenta

Il marito travagliato;

Dice: mai non si contenta,

Vuol vedermi rovinato.

Ma in etade ancor lontana

Fu la donna sempre vana.

Grida un padre di famiglia:

Troppo il mondo è tristo adesso,

Me l’ha fatta la mia figlia,

Non ha più vergogna il sesso.

Nella prima antica etate

Quante figlie son cascate?

Ognun ruba, dice l’altro,

Ognun vive sul compagno;

Troppo l’uomo adesso è scaltro,

Solo intento al mal guadagno.

Furo ancor de’ tristi e ladri

Tra gli antichi nostri padri.

Mormorare ognor si sente

E trinciare i panni addosso;

Dell’amico e del parente

Mal si dice a più non posso:

La maligna gente rea

Così un tempo ancor facea.

Non v’è fede nei contratti,

Tutto il mondo adesso inganna;

Non han luogo i sagri patti,

E la legge invan condanna.

Dalle storie ancor si vede

Che tal fu l’antica fede.

Ama il lusso ed ama il chiasso,

Colui dice, adesso il mondo;

Oggi l’uom, per torsi spasso,

Ai tesori trova il fondo.

E per questo? Ben io veggio

Che gli antichi f,cean peggio.

Par che il mondo reo sia fatto

Oggi sol de’ tristi amori;

Grida ognun, che il mondo è matto,

Penovelli e folli ardori.

Io li ascolto, e me ne rido:

Regnò sempre il dio Cupido.

Se una donna maritata

Guarda in volto un cavaliere,

Grida tosto la brigata:

Bell’usanza da dovvero

La qual cosa al tempo antico

Non stimavan né anche un fico.

Spiritacci mal contenti

Di voi stessi, e non del mondo,

Nati solo fra i viventi

Per inutil tristo pondo,

Fra le odierne cose usate

O tacete, ovver crepate.

 

 


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