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POESIE IN LINGUA E IN DIALETTO DEL PERIODO VENEZIANO (1748 - 1762)
CONFESSIONE D’AMORE DI ROSAURA E FLORINDO
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CONFESSIONE D’AMORE DI ROSAURA E FLORINDO
Ros. Poiché Amor mi consiglia a dir mie pene,
Quel che m’arde non taccio intenso ardore.
Vo’ svelar la mia fiamma al mio pastore,
In cui solo ho riposta ogni mia spene.
Flor. Sento, o bella, pietà delle tue pene,
Ed eguale nel sen provo l’ardore.
Più felice di me non fia pastore,
Se di te m’alimenta amica spene.
Ros. Da Filen, che nel petto il mio cuor tiene,
Se pietà sperar posso, e non rigore,
Fortunato penar, dolce dolore,
Sola e vera cagion d’ogni mio bene!
Flor. Nice, che del mio cor l’impero tiene,
Suol usar meco, e non temer rigore.
Nascer può dal suo sdegno il mio dolore,
Vien dalla sua pietate ogni mio bene.
Ros. Sappia dunque Filen ch’io peno ed amo,
Che il frutto degno dell’onesto affetto
Di mia fede in mercé sospiro e bramo.
Flor. Se tu mi ami, idol mio, sappi ch’io t’amo,
E a misura del tuo gentile affetto,
Darti prova del mio sospiro e bramo.
Ros. Or che l’arcano mio m’uscì dal petto,
Amor pietoso in mio soccorso io chiamo,
E da Fileno il mio soccorso aspetto.
Flor. Più frenar non poss’io l’amor nel petto:
Nice sola sospiro, e Nice chiamo,
E la sua destra ed il suo cuore aspetto.