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POESIE IN LINGUA E IN DIALETTO DEL PERIODO VENEZIANO (1748 - 1762)
TERZETTI RECITATI NELL’ACCADEMIA DEGL’ INDUSTRIOSI PER INTRODUZIONE ALLA LETTURA DI UN PIÙ LUNGO COMPONIMENTO
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TERZETTI RECITATI NELL’ACCADEMIA DEGL’ INDUSTRIOSI
PER INTRODUZIONE ALLA LETTURA DI UN PIÙ LUNGO COMPONIMENTO
Oh questa, a vero dir, mi giunse nuova;
Me ne ricorderò fino ch’io viva,
E per lo meno ad ogni Pasqua d’uova.
Chi alla predica va, chi agli spedali,
Ed io convien che mi rinchiuda e scriva?
Perché ridurti a questi dì pasquali?
Qualchedun mi dirà, se’ pur dappoco;
Che hai tu fatto nei dì quaresimali?
Ho fatto, ho fatto, e non ho fatto poco,
E quel che ho fatto lo vedrete un giorno
In chiesa, sulla scena, o in altro loco.
Fino il sabbato santo io stetti attorno
A certe ottave in veneta favella
Per vergin che nel chiostro ave il soggiorno.
Ora l’impegno a scrivere mi appella
Per l’Accademia degl’Industriosi,
Dove mi collocò felice stella.
Ma in mezzo a tanti d’operar vogliosi,
Che fatte a tempo le lor cose avranno
Per esporle ai censori valorosi297,
Comparire dovrò per mio malanno
Con quattro versi schiccherati in fretta,
Come feci il secondo dì dell’anno?
La mia mala intenzion vi dico schietta:
Io meditai di fingermi ammalato,
O di piantar qualch’altra favoletta.
Ma ieri appunto, dopo aver pranzato,
In Merceria, da Santo Salvatore,
Ho il conte Tornielli riscontrato.
Quel degno cavalier mi fece onore
Salutandomi assai cortesemente,
Ma una stoccata mi ha menato al cuore,
Poiché in vederlo mi è tornato in mente
Ch’ei propose il quesito, se più danno
Poesia rechi, o più utile alla gente.
E i miei compagni gloria si faranno
L’argomento trattar da lui proposto,
Da lui, maestro di color che sanno.
Ed io vilmente mi terrò nascosto,
Né mostrerommi alcun de’ due partiti
A favorire, o contradir disposto.
Ah che i giorni miglior mi son sfuggiti:
Tempo mi manca all’onorata impresa,
E non vi è mezzo che a cantar m’aiti.
Se mai per sorte l’Accademia offesa
Si credesse da me, perch’io stassera
Tengo la Musa dal cantar sospesa,
Dirò che, se fissato oggi non era
L’argomento per tutti, recitata
Meco per verità l’avea recata,
Ma esporla in tal incontro non ardisco;
Chiedo perdon d’averla nominata:
Dica quello a cui tocca, ch’io finisco298.