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PER LA STESSA
Lasciatemi cantare, o goccioloni,
A cui non piaccion questi versi miei;
Sieno tristi, sien boni, sieno rei,
Oggi ne debbo far per la Belloni.
Ella fugge di mano alli demoni
Per stare intatta come gli agnusdei.
Ch’è detta carne, sì nemica a’ buoni.
Ella ha in zero l’amor, l’arco, gli strali;
Né sente per lo core il brulichio
D’esserne punta, come son cotali.
Ella non cura cieca il mondo rio
Che fedelmente seguon gli stivali;
E le sta solo a cuor Domenedio.
In lei non v’ha desio
Che non sia puro, onesto, semplicetto.
Simile a quel di celeste angioletto.
Le fa girar, come a certe, il cervello,
Che paion nate per stare in bordello.
Cosa di mondo; e vestita di nero
Gode il papato dentro al monastero.