Carlo Goldoni
I portentosi effetti della madre natura

ATTO SECONDO

SCENA TERZA   Calimone e detti

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SCENA TERZA

 

Calimone e detti.

 

CAL.

Dorina...

DOR.

Ah padre mio,

Soccorretemi voi.

CAL.

Che cosa è stato?

RUGG.

Giustamente sdegnato

Contro costei son io.

L'hanno arrestata, ed il comando è mio.

CAL.

Ah, che fate, signor?

RUGG.

Non più; miei fidi,

Al carcere si guidi; e custodita

Sia cautamente.

DOR.

Oh me meschina!

CAL.

Povera innocente!

Rammentate, signor...

RUGG.

So quel ch'io faccio.

Non ardite parlar. (con collera)

CAL.

Pazienza! io taccio.

DOR.

Dunque m'abbandonate? (a Calimone)

CAL.

Figlia mia,

Tu lo vedi, conviene aver pazienza.

(Ma del cielo oprerà la provvidenza).

RUGG.

Vattene. (a Dorina)

DOR.

Oh destin rio!

Padre, vi lascio.

CAL.

Oh figlia cara!

DOR.

Addio.

 

Ahi! di me che mai sarà?

Caro padre, oh Dio! non so,

Se qual vado tornerò.

Raccomando al cielo, ai Numi,

Gl'innocenti miei costumi,

La mia povera onestà. (parte fra' Soldati)

 

 

 


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