Carlo Goldoni
Il povero superbo

ATTO PRIMO

SCENA SEDICESIMA   Il Cavaliere, poi Lisetta

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SCENA SEDICESIMA

 

Il Cavaliere, poi Lisetta

 

CAV.

Diavoli come ho da fare

A chiedere e pregare?

Come potrò a costei

Dir le miserie ed i bisogni miei?

LIS.

Che fa qui il cavalier? (Mi par turbato).

Serva sua, mio signor.

CAV.

Schiavo obbligato.

LIS.

Troppo gentil.

CAV.

Le donne

Tratto con civiltà.

Voi meritate assai.

LIS.

Troppa bontà.

CAV.

(Come principierò?)

LIS.

Che ha, mio signore?

Par di cattivo umore.

CAV.

Vi dirò.

Tra me pensando vo

A una compra de' beni

Che deggio far per quattromille scudi.

Oggi dee stipularsi l'istromento,

E mi mancano ancor scudi trecento.

LIS.

(Ho capito che basta). (da sé)

CAV.

I miei fattori

Sono lontani assai.

LIS.

E quando preme, non arrivan mai.

CAV.

È ver; se si potesse

Trovar questo danaro...

LIS.

E perché no?

CAV.

Lo trovereste voi?

LIS.

Lo troverò.

CAV.

So che il vostro padrone

È un uom ricco, riccone.

LIS.

È vero, e il padron mio

È solito di far quel che vogl'io.

CAV.

Tanto meglio; per voi

La mancia vi sarà generosissima:

Vi darò dieci scudi.

LIS.

Obbligatissima.

CAV.

D'una cosa vi prego, in confidenza:

Non fate che si sappia

Questa richiesta mia;

Non ne state a parlar con chi si sia.

LIS.

Non dubitate, or vado

A chiamar il padrone.

(Se tu speri il danar, sei ben minchione). (parte)

 

 


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