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LIS. |
Che più ben, come pria, non mi volete. |
PAN. |
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LIS. |
Perché questa mattina Voi detto non m'avete una parola; In camera chiamare, ed ordinarmi La cioccolata ed il caffè, Ma questa mane poi, Nulla, caro padron, feci per voi. Quando vi sono accosto, |
PAN. |
Anch'io se teco sono, Cara Lisetta mia, vivo contento; Di forestieri è stata ad imbrogliarmi? |
LIS. |
Che volete voi far? vi vuol pazienza. |
PAN. |
Tutto va ben, ma con più pace, e senza E perciò ritirarmi più lontano. Non dormir la mattina il suo bisogno, Cenar tardi, e star sempre in soggezione, Non è buon per mia debol complessione. Io spendo, e in complimento Mi rovino per gli altri, e però penso Allontanarmi più: che te ne pare? Su questo che sapresti consigliare? |
LIS. |
Per quanto a voi conviene, Ma di me, poveraccia, Che cosa sarà mai? (piange) |
PAN. |
Non pianger, per pietà. Di che paventi? Ch'io ti lasci giammai? Oh non temerlo. Meco, meco verrai; |
LIS. |
Ma in questo che direbbe La gente avvezza a mormorar per nulla? Sola in casa d'un uom, lontana ai suoi, Con un padron non tanto vecchio ancora... Basta... |
PAN. |
Nulla da sospettar non vi sarebbe. Ma pur v'è la mia figlia. |
LIS. |
È ver, ma presto |
PAN. |
Io dovrò farlo. |
LIS. |
E allora resterem noi soli in casa? Oh poveretta me! cosa vorrete |
PAN. |
Dunque restar potresti Così senza di me? |
LIS. |
Restar potrei? Se mi lasciate qua, certo morrei; Allevata da voi, |
PAN. |
Ed io da figlia. Eppur, se non volete Meco venire, vi vorrà pazienza; Veggo ben che di me poco vi preme, E che qualche genietto |
LIS. |
Il diavolo mi porti, e prego il cielo Ad alcuno...; ma piano Con questi giuramenti: oh, che purtroppo |
PAN. |
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LIS. |
Io lo direi... Ma... |
PAN. |
Con libertà. |
LIS. |
Che ve lo dica; e poi? |
PAN. |
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LIS. |
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PAN. |
Io, cara? |
LIS. |
Signor sì. E voi potresti poi lasciarmi qui?
Voi lasciarmi? Oh questo no; Voi lasciarmi? Oh questo no, Voi vedete La mia vita... Più non posso, oh dei, soffrire |