Carlo Goldoni
Il povero superbo

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA   Gabinetto in casa di Pancrazio.   Madama e Pancrazio

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SCENA OTTAVA

 

Gabinetto in casa di Pancrazio.

 

Madama e Pancrazio

 

MAD.

Io la voglio così, non replicate.

Se vi piace l'offerta,

Abbracciatela tosto, o me ne vo.

PAN.

Bene, ho inteso. Madama, io penserò.

MAD.

Non v'è tempo a pensar, via, risolvete.

Io son ricca, il sapete,

Son bella, lo vedete,

Son buona, il proverete; e poi e poi,

Pare che nata apposta io sia per voi.

PAN.

Grazie, grazie, madama. Io mi ricordo

Assai ben la lezione.

MAD.

Replicatela.

PAN.

Diceste che volevi

Piante da seminar nel giardinetto.

MAD.

Il diavol che vi porti!

Parlai del matrimonio progettato.

PAN.

Della figliuola mia non ho parlato.

MAD.

Ma scusate, Pancrazio,

Questa maniera vostra è assai incivile;

Non son donnavile

Che meriti per scherno esser trattata

Con sì poca creanza.

PAN.

Oh ciel! Madama

Mi torni a replicar ciò ch'ella brama.

MAD.

V'ho detto di sposarvi.

PAN.

Oh bene, oh bene!

MAD.

Ma con patto però, che mi lasciate

In libertà di far ciò che mi piace.

PAN.

Oh brava, oh brava! viveremo in pace.

MAD.

Di mode e servitù farò provvista;

Io vo' gioie e carrozza,

E come s'usa in oggi dalla gente,

Io doppio voglio il cavalier servente.

PAN.

Abbiatene anche tre, nulla m'importa.

MAD.

Nel teatro vuò palco,

E vuò conversazione

Tre giorni almen la settimana.

PAN.

È giusto,

Madama ha ben ragione, io ci ho gran gusto;

E poi...

MAD.

E poi il mio cuore

Solo per voi sarà arrostito e cotto.

Voi sarete il mio ben (oh che merlotto!).

PAN.

Eh via, rider mi fate.

MAD.

Un altro scherno!

PAN.

No, madama, vi dico esser il riso

Dell'interno piacer segno ben chiaro.

MAD.

Io dunque al matrimonio mi preparo.

PAN.

Ella è padrona.

MAD.

A me dunque la mano

Di sposo porgerete?

PAN.

Oh piano, piano.

Le cose non vo' far con tanta fretta,

E consigliar mi voglio con Lisetta.

MAD.

Oh bella, oh bella affé. Voi posponete

Ad una serva vile una signora

Che vi stima cotanto e che v'adora?

Figlia d'un generale de' cavalli,

Son ricca d'ogni ben che amor comparte;

Orsù, poche parole,

Non mi merita, no, chi non mi vuole.

 

Un brutto ,

Stizzoso, insolente,

Non speri godere

Di donna gentile

L'amore e la .

Il vero vi dico,

Io voglio al mio lato

Un giovin garbato,

Che meriti amor.

Stizzoso vecchietto,

Vi mando e stramando,

Non fate per me. (parte)

 

 

 


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