Carlo Goldoni
Il povero superbo

ATTO TERZO

SCENA QUINTA   Dorisbe, il Conte e poi Pancrazio

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SCENA QUINTA

 

Dorisbe, il Conte e poi Pancrazio

 

DOR.

Impaziente attendo

Del genitore i sensi

Propizi al nostro amore...

Quanto tarda a venir...

 

CON.

Idolo mio,

Di liete nuove apportator son io.

 

DOR.

Ben mel predisse il core.

 

CON.

Le nostre nozze approva il genitore.

 

DOR.

Oh quanto lieta io sono!

 

CON.

Ma conviene affrettarle, acciocché poi,

Essendo il padre vostro smemorato,

Non resti il dolce nodo disturbato.

 

DOR.

Ei ne saria capace. (esce Pancrazio)

 

PAN.

Bravi; amatevi sempre in buona pace.

 

DOR.

Padre, il ciel vi conceda

Quegli anni fortunati

Che a voi dal vostro amor son preparati.

 

CON.

Sì, vi conceda il cielo

Veder da tal momento

La prole fortunata e me contento.

 

PAN.

Siete marito e moglie: or terminati

Saran tanti sospiri, affanni e duoli;

Or pensate a far nascer dei figliuoli.

Amatevi del pari e rammentate

Questo antico e verace sentimento:

L'amor del matrimonio è il condimento.

 

 

DOR.

Più bramar non mi lice.

 

CON.

Momento fortunato.

 

DOR.

} a due

O me felice!

CON.

CON.

Oh dolce amabil pegno

Di mia felicità!

 

DOR.

Oh sospirato segno,

Che vita alfin mi !

 

CON.

Idolo del mio seno.

 

DOR.

Mia vita, mio diletto,

Ti stringo a questo petto

Colmo per te d'ardor.

 

a due

Non si rallenti mai,

Vezzosi amati rai,

men per gioco

Il foco

Che vi feconda amor. (partono)

 

 

 

 


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