Carlo Goldoni
Il povero superbo

ATTO TERZO

SCENA SESTA   Il Cavaliere in abito di gala, poi Lisetta

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SCENA SESTA

 

Il Cavaliere in abito di gala, poi Lisetta

 

CAV.

Signor sì... mi sta bene... è di buon gusto. (pavoneggiandosi)

È moderno il vestito...  è bello assai.

Ma queste nozze non si fanno mai?

Son dal conte invitato,

Spero mangiare ed esser ben trattato.

LIS.

(Oh che figura!) (da sé)

CAV.

Par che questa sia...

Schiavo, Lisetta mia.

LIS.

Uh, uh.

CAV.

Tu ridi?

LIS.

signore,

Ho sempre un poco d'allegria nel cuore.

CAV.

Ridere in mia presenza

Mi par che sia un po' d'impertinenza.

LIS.

Scusate, quando io vedo

Certe caricature...

Ah, ah. (ride)

CAV.

Sei troppo audace.

LIS.

Io vo' rider, signor, quanto mi piace.

CAV.

T'insegnerò il trattare.

LIS.

Mel potete insegnare,

Se siete un cavalier così compito. (ironicamente)

Ma dite, come state d'appetito?

CAV.

Son stanco di soffrirti.

Cospetto! ...

LIS.

No, signor, non v'alterate,

E se siete affamato,

Io vi consiglio a risparmiare il fiato. (parte ridendo)

CAV.

L'affronto è memorando,

Ed io dovrò soffrir, dovrò tacere?

No... mi vo' vendicar da cavaliere.

 

Corpo di Bacco... io voglio

Andar sopra le furie.

Pazza... ragazza... a me

Sai dir cotante ingiurie?

Non son, se non mi vendico,

Non son un cavalier.

Più duro di uno scoglio

Ho il cor per vendicarmi,

Io vo' che d'oltraggiarmi

Ti passi ogni pensier. (parte)

 

 

 


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