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LIS. |
(Ecco il padron che viene; Alla fortuna mia pensar conviene). (da sé) Che vi posson veder! |
PAN. |
Con tanti intrichi Sono stordito affatto. Questo momento dunque Non si perda, mia cara, inutilmente. Mi vuoi tu bene? |
LIS. |
Niente. |
PAN. |
Come? Perché? |
LIS. |
Son io La cameriera e voi il padron mio; Troppo di poi patir per vostro amore. |
PAN. |
Dunque io non sono Quello di cui tu pensi? |
LIS. |
Ma se vi penso, e poi? |
PAN. |
L'aggiusteremo presto fra di noi. |
LIS. |
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PAN. |
Desideri esser mia? |
LIS. |
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PAN. |
Ben, sposiamoci dunque, ed è finita. |
LIS. |
Che poca carità ch'è mai la vostra! |
PAN. |
Io ti parlo col cuor sinceramente. |
LIS. |
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PAN. |
In pegno del mio amor, ecco la mano.
In questa mattina |
LIS. |
È tutto per te. |
PAN. |
Quel tutto mi piace, Ma dubito ancor. |
LIS. |
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PAN. |
Quegli occhi son miei. |
LIS. |
Son vostri, si sa. |
PAN. |
Quel core vorrei. |
LIS. |
Prendetelo, è qua. |
PAN. |
Ti voglio, carino, Deh vieni da me. |
LIS. |
Ma senza del core, |
PAN. |
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LIS. |
Ma questo dov'è? |
PAN. |
Il mio coraccione Con tutto il polmone Vi dono così. |
LIS. |
Mi piace così. |
a due |