Carlo Goldoni
La pupilla

ATTO TERZO

SCENA TERZA   Panfilo, Placida

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SCENA TERZA

 

Panfilo, Placida.

 

PAN.

Mira il buon vecchio com'entrato è in grolia;

Ma circa al scialacquar, circa allo spendere,

Vedesti come amor lo ha reso prodigo?

PLA.

Lascialo fare; io non sarò spilorcia

Com'egli è, certo. Vuò che meco godano

Gli amici miei, salvo l'onesto vivere.

Farò del bene a chi potrò. Promettoti

Ricordarmi di te.

PAN.

Ma se il tuo Orazio

Sarà geloso?

PLA.

Eh, saprò ben io prenderlo

Per il suo dritto e per il suo rovescio,

E secondarlo dove giova, e renderlo

Colle moine a compiacermi facile.

Mi verrai a veder?

PAN.

Basta che voglialo

Tuo marito ch'i' venga.

PLA.

No, non credomi

Ch'ei mi voglia impedir che te non pratichi.

Di servidor di messer Luca il titolo

Ti fa la scorta, e basta aver giudizio

In faccia sua, perché di noi non dubiti.

PAN.

Odi, son galantuomo, e parlo libero:

Il tuo parlar, il tuo pensar non piacemi.

Quel che fa donna dello sposo in faccia,

Far deve ancor quando voltati ha gli omeri.

Ti ringrazio di tutto; a Orazio sposati,

E non pensar di riveder più Panfilo.

 

 

 


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