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   ORA.  | 
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   PLA.  | 
  
   Parmi che amor dovrebbe più sollecito Avervi reso; color che ben amano, Soffrono a stento di lontano vivere Dalla sua fiamma.  | 
 
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   ORA.  | 
  
   Ma per lo contrario, In casa d'altri i costumati temono Esser cagione di soverchio tedio. S'ei, messer Luca, non ha di che opponere Al desiderio che mi sprona e accelera, Oggi le nozze fra di noi potrebbono Esser concluse.  | 
 
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   PLA.  | 
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   ORA.  | 
  
   Per me son prontissimo Anche ora, se il vuol, la mano a porgere Alla mia bella.  | 
 
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   PLA.  | 
  
  
   Per far la scritta parmi vi abbisognino.  | 
 
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   ORA.  | 
  
   Ci saran tutti. Stanno giù nell'andito Aspettando un mio cenno per ascendere  | 
 
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   PLA.  | 
  
   Se vi piace così, dunque chiamateli.  | 
 
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   ORA.  | 
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   PLA.  | 
  
   S'egli non trovasi Presente all'atto, non importa. Ei lasciami Sola padrona di disporre, e bastano Il voler vostro e il voler mio a concludere.  | 
 
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   ORA.  | 
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   PLA.  | 
  
   Eccomi lesta.  | 
 
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   ORA.  | 
  
  
   Venga la sposa, che impaziente aspettola.  | 
 
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   PLA.  | 
  
   Ecco la sposa.  | 
 
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   ORA.  | 
  
   Da qual parte?  | 
 
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   PLA.  | 
  
   Oh diamine! Non la vedete? Avete le traveggole?  | 
 
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   ORA.  | 
  
   Che amor cieco mi renda sino al termine, Che la sposa a' miei lumi sia invisibile?  | 
 
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   PLA.  | 
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   ORA.  | 
  
   Sì, vi sento, vi vedo, ma domandovi Della sposa.  | 
 
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   PLA.  | 
  
   Io chi sono?  | 
 
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   ORA.  | 
  
   Siete Placida.  | 
 
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   PLA.  | 
  
   E chi è la sposa?  | 
 
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   ORA.  | 
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   PLA.  | 
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   ORA.  | 
  
   Oh, allungasi Un po' troppo la storia. Se mi è lecito Caterina sposare anche in assenzia Del tutor suo, come da voi si assevera, Venga ella innanzi, ed io la sposo subito; Se aspettar mi convien, conosco il debito Né giova che vogliate, per far celia, Mettermi al punto, e farmi correr risico D'inimicarmi col tutor ch'io venero  | 
 
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   PLA.  | 
  
   Adagio un poco, signor mio bellissimo, Che a quel ch'i' veggo, no' prendiamo i pifferi  | 
 
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   ORA.  | 
  
  
   Non si sa ch'io sospiro, e ch'io desidero Caterina in isposa, e che promisela A me il tutor?  | 
 
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   PLA.  | 
  
  
   Che v'intendeste allotta ch'io parlavavi Questa mane, meschiando ai franchi i timidi  | 
 
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   ORA.  | 
  
  
   Della mia Caterina.  | 
 
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   PLA.  | 
  
  
   Ma il padron parlò schietto, e ben ricordomi Quel che mi disse). O voi siete uno stolido, Messer Orazio, o il vostro cuor volubile Cangiasi presto.  | 
 
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   ORA.  | 
  
   A me cotal rimprovero?  | 
 
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   PLA.  | 
  
   A voi, sì, a voi, che questa mane a chiedere Me venite in isposa, ed al medesimo Padron lo dite, ed or mi fate il nescio, E con un'altra far volete il cambio. Ma non vi riuscirà, ché i galantuomini  |