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Messer Luca, Placida, Caterina, Orazio, Quaglia.
Orazio qui, con Caterina? Perfidi. Qual tradimento? Se' tu quel che usurpasi |
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ORA. |
A me volgete l'ire vostre e i termini Caldi, pungenti, che a me sol si devono. Amor m'indusse con inganno e insidie Tentar il cuor della fanciulla amabile. |
QUA. |
Vostro buon servitor Quaglia umilissimo. |
PLA. |
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Ahimè! nel giorno che la figlia eredito, Prima d'altri la veggo, che mia propria? |
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ORA. |
Vostra sempre sarà, se a me concedere Non isdegnate il titolo di genero. |
QUA. |
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PLA. |
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CAT. |
Che parlar non ardisco e gli occhi volgere Al caro padre, che ora il ciel discopremi. |
Che non ho cuore in dì di sì gran giubilo Perder affatto quel piacer che innondami, Trovando in te la cara figlia ed unica. In faccia mia, se nol facesti, sposati A Orazio pur. Va' tu, impostor, falsario, Lungi dalle mie porte; e il ciel ringrazia, Che alla mia pace di pensar sol medito. E voi, cortesi spettatori, andatene Contenti e lieti, qual contento è l'animo |