Carlo Goldoni
Il quartiere fortunato

PARTE PRIMA

SCENA SECONDA   Roccaforte e detta.

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SCENA SECONDA

 

Roccaforte e detta.

 

ROCC.

È lei, signora,

La padrona di casa?

BELL.

A' suoi comandi.

ROCC.

Scusi. Venite avanti.

(Entrano alcuni Soldati col bagaglio di Roccaforte)

BELL.

(Oimè! ci sono). (da sé)

ROCC.

Vi domando perdono.

Roccaforte son io,

Offiziale di rango e cavaliere;

Ed è la vostra casa il mio quartiere.

BELL.

Ma... signor... non vi è loco.

ROCC.

Mi contento di poco.

BELL.

Ho un solo appartamento...

Non ho che una cucina ed una stanza.

ROCC.

Per il bisogno mio sono abbastanza.

BELL.

Ed io, signore...

ROCC.

E voi

Vi servirete dello stesso foco.

BELL.

Ma... la camera è quella che mi preme.

ROCC.

L'abitarem, se ciò v'aggrada, insieme.

BELL.

Signor, mi meraviglio.

Chi pensate ch'io sia?

Con le donne onorate

Non si parla così...

ROCC.

Via, scaricate. (ai Soldati)

Ponete in quella stanza i miei bauli,

Li schioppi, le pistole,

E senz'altre parole,

Se non trovate stalla apparecchiata,

Disponete i cavalli nell'entrata.

(I Soldati col bagaglio entrano in una stanza)

BELL.

(Misera me! sto fresca). (da sé)

ROCC.

Con licenza.

Voglio andar a veder per mio diletto

Se la camera è bella e buono il letto.

BELL.

Ma signor, mi perdoni... io non intendo...

ROCC.

Cosa andate dicendo?

Dovreste consolarvi

D'avere in casa vostra

Un uom della mia sorte.

Informatevi ben chi è Roccaforte.

 

Io son quell'uom terribile

Che tutti fa tremar.

Ma sono ancora amabile,

Con donne so trattar.

La faccia furibonda

Vi ha fatto del timor.

Sareste più gioconda,

Se mi vedeste il cor.

(entra nella stanza)

 

 

 


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