Carlo Goldoni
Il quartiere fortunato

PARTE PRIMA

SCENA TERZA   Bellinda, poi Roccaforte che torna.

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SCENA TERZA

 

Bellinda, poi Roccaforte che torna.

 

BELL.

Ah questi quartiermastri

Non hanno discrezione;

Distinguere non sanno le persone.

Una vedova sola

Ha da tener un offiziale in casa?

Ma andrò dove s'aspetta;

Dirò la mia ragion senza malizia,

E il generale mi farà giustizia.

Oh povera Bellinda!

Prudente da fanciulla sono stata,

E dopo maritata

Non mi han toccato un dito.

Or che vedova sono, ah non vorrei...

Basta... voglio sperar... non crederei.

 

Dican pur vergognosette:

«Han voluto... m'han forzato...»

Quando nulla si permette,

Non v'è uom così mal nato

Che ci voglia violentar.

Ma la donna che concede

Da principio qualche cosa,

È ben pazza se si crede

Non si voglian profittar.

 

ROCC.

Grazioso appartamento! (viene dalla stanza)

Morbidissimo letto! Io son contento.

BELL.

Io dunque, mio signore,

Dovrò andarmene fuor di casa mia?

ROCC.

Oibò! perché tal cosa?

Se siete paurosa,

Dovete star con me. Vi fo a drittura

Passar in poco tempo la paura.

BELL.

Io son femmina sola...

ROCC.

Ed io son maschio solo.

BELL.

Cosa il mondo briccon diria di me?

ROCC.

Eh, che ciascuno ha da pensar per sé.

Ogni donna è impegnata

Con alcun dell'armata, e fanno a gara

Le paesane tutte

D'avere un offizial, sian belle o brutte.

Io son tardi arrivato,

Ma son più fortunato,

Toccandomi una casapolita,

E una bella padrona assai compita.

BELL.

Oh signor... cosa dice?

ROCC.

Madama, oh me felice

Se il vostro viso bello

Posso mirar giocondo!

BELL.

Ella troppo m'onora. Io mi confondo.

ROCC.

Eh madama, quegli occhi

M'hanno ferito il core.

BELL.

Lei mi burla, signore.

ROCC.

Eccomi a' vostri piedi;

Io mai non parlo invano:

Ve lo giuro, mio ben, su questa mano. (le bacia la mano)

BELL.

Perdonate di grazia:

Questo saria un portento.

L'uomo non s'innamora in un momento.

ROCC.

Questi della bellezza

Sono prodigi usati.

E noi altri soldati

Abbiam la sorte dolorosa e trista

Di sempre innamorarci a prima vista.

BELL.

Dicesi per proverbio

Essere amore un foco

Che nasce a poco a poco...

ROCC.

È vero, è vero.

Così suol far l'amor la gente stolta;

Ma noi tutto facciamo in una volta.

BELL.

(Eppur non mi dispiace). (da sé)

ROCC.

Se l'amorosa face

Per voi m'accende il core,

Vi chiedo in grazia un tantinin d'amore.

BELL.

(Oimè! questa sorpresa

M'agita, mi confonde). (da sé)

ROCC.

Come! non si risponde?

Un uomo che per voi di già sospira,

Né anche in faccia si mira?

Movetevi a pietà di chi v'adora.

BELL.

Caro signore, è troppo presto ancora.

 

ROCC.

Guerriero avvezzo

Alla battaglia

Convien che assaglia

Per trionfar.

BELL.

Donna che onesta

Viver pretende,

Se si difende

Si dee lodar.

ROCC.

Se un cor di smalto

Non soffre assalto,

D'amor l'assedio

Lo stancherà.

BELL.

Se ciò fia vero,

Se è amor sincero,

A patti il cuore

Si arrenderà.

ROCC.

Capitoliamo.

BELL.

È presto ancora.

ROCC.

Deh non perdiamo

Quest'occasion.

BELL.

No, no, aspettiamo

Miglior stagion.

ROCC.

Di aprir la breccia

Mi proverò.

BELL.

La via coperta

Difenderò.

ROCC.

Saran cannoni

Finezze e doni.

BELL.

Farò i miei tiri

Con i sospiri.

ROCC.

Bombe e mortari

Gioje e denari.

BELL.

Ahimè son morta!

Ahi che la porta

Si schiuderà.

a due

Guerra d'amore

Vince ogni core,

E chi più forte

Esser si crede,

Alfin si vede

Cercar pietà.



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