Carlo Goldoni
Il quartiere fortunato

PARTE TERZA

SCENA SECONDA   Bellinda sola.

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA SECONDA

 

Bellinda sola.

 

 

Il barbaro consiglio

Al suo cor dalla gloria alfin si diede;

Ei non cura il mio duolo, o non lo crede.

Misera! ogni momento

Ho d'avere un tormento?

Il men sarebbe

La morte paventar fra mille spade;

Ma il dubitar mai sempre

Di perdere il mio ben che tanto amai,

E di morte un dolor peggiore assai.

Era pur meglio, oh Dio!

Che nello stato mio

Libero e vedovil fossi restata;

Meglio ch'io non mi fossi innamorata.

Si va accendendo il foco, e allora solo

S'apprende il crucio, il tedio,

Quando che al nostro mal non v'è rimedio.

 

Quante donne maritate

Solean dir: «mai più, mai più»;

E poi vedove restate,

S'han tornato a maritar.

E chi sente i lor lamenti,

Suol rispondere così:

A tuo danno, se ti penti;

Ti dovevi contentar.

 

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License