Carlo Goldoni
Il raggiratore

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA

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SCENA QUINTA

 

Il conte solo; poi Carlotta e Spasimo

 

CON. Mancavami ora codesto imbroglio. Si può far peggio per me? Son curiosissimo di sapere come e perché sia costei venuta. Minor male sarà, se non è venuto seco mio padre. Con costei, che è donna alfine, posso compromettermi di farla essere quel che vogl’io; ma se venisse mio padre, che è uomo all’antica, vero contadino di que’ rustici satraponi... eccola. Bella figura da farmi onore!

CARL. L’ho poi ritrovato questo baronaccio di mio fratello.

CON. Cara sorella, son contentissimo di vedervi.

SPAS. (Ha principiato con un bel complimento). (da sé)

CARL. Bell’azione da somaraccio! piantarci tutti così, senza carità, senza discrezione.

SPAS. (Non faccia che parli così, signore). (piano al Conte)

CON. (Amore la fa parlare; si lamenta, perché l’ho abbandonata). (piano a Spasimo) Vattene, ti chiamerò se averò bisogno. (a Spasimo)

SPAS. Sì signore. (in atto di partire)

CARL. E vostro padre ancora mi ha detto...

CON. Riposatevi; parleremo dappoi.

SPAS. (Ha padre vivo il padrone). (da sé)

CARL. Eh, caro signor Pasquale...

CON. Vuoi andartene? (a Spasimo)

SPAS. Vado subito. A chi dice Pasquale?

CON. A te l’averà detto.

SPAS. Fatemi grazia, signore, di dirle il mio nome, che se mi dice un’altra volta Pasquale, non mi terrò di dirle...

CON. Vattene, e avverti di non parlare.

SPAS. (Oh, temo voglia esser difficile che io non dica niente). (da sé, e parte)

 

 

 


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