Dai sordidi risparmi qual frutto ebbe l'avaro?
Leverà il signor Conte la ruggine al danaro.
Quello che ha il zio acquistato vivendo parcamente.
Consumerà il nipote scialando allegramente.
E fortunati i primi che a lui si accosteranno
E a consumare e a spendere l'erede aiuteranno.
Bigolino carissimo, parlo per me e per voi:
I primi, i fortunati, potressimo esser noi.
Già dal destin comune non può fuggire il Conte;
A eredi di tal sorta le insidie sono pronte.
Se noi non lo facciamo, lo saprà fare un altro,
Di noi meno discreto, di noi forse più scaltro.
Io so ch'ei vi vuol bene; sogliono tai signori
Lasciarsi consigliare talor dai servitori.
Ed essi, profittando dell'amor dei padroni
Compran spade, orologi, si fan degli abitoni.
Io son, già lo sapete, un ottimo sensale:
Son pratico di tutto, son uomo universale.
Ditegli, che volendo far delle buone spese,
Io sono il miglior mezzo che siavi nel paese.
Poscia fra voi e me mettiamolo in pensiere
Di spendere alla grande, da ricco cavaliere.
Farò venir mercanti, se contrattar gli preme,
E tutti due con essi c'intenderemo insieme.
Fate la parte vostra, anch'io farò la mia,
E spartiremo all'ultimo fra noi la sensaria.
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