CON.
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Che seccatura è questa! che orribile tormento!
In pace non mi lasciano le visite un momento.
Tre giorni fa nessuno non mi guardava in faccia,
Ora ciascun m'inchina, ora ciascun m'abbraccia.
Bigolino.
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BIG.
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Signore.
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CON.
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Chi è quegli? (accennando
Raimondo, il quale profondamente si inchina)
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BIG.
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È un uom dabbene,
È un mercante onorato, che ad esibirsi or viene
In tutto quel che possa occorrere per ora
Di vitto, di vestito, per lei, per la signora.
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CON.
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Bigolin, che ti pare? Tre giorni fa, se un pane
Chiedea per sostenermi, non mi guardava un cane.
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BIG.
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È ver, ma non si parli del tempo ch'è passato,
E ringraziate il cielo, che siete in miglior stato.
Solo pensar dovete a provvedere adesso
La casa e la sorella, e a provveder voi stesso.
Ma a spender non essendo, signor, troppo avvezzato,
Dovete guardar bene non essere gabbato.
Questi, che qui vedete, è un uom giusto e sincero;
Fidatevi di lui, ch'è un galantuom davvero.
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CON.
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Chi l'ha fatto venire?
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BIG.
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Per dir la verità,
Io son, che mi ho pigliato codesta libertà,
Ma perché lo conosco, e so ch'è un omenone,
E so che l'interesse può far del mio padrone.
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CON.
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Va da donna Felicita, dille ch'è qui aspettata
Da Livia mia sorella a ber la cioccolata.
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BIG.
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Subito, sì signore. (È finalmente giunto
A dar la cioccolata in grazia del defunto). (da sé, e
parte)
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CON.
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Accostatevi, amico. (a Raimondo)
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RAI.
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Son qui per obbedirla. (s'avanza
inchinandosi)
Degnisi comandarmi, se ho l'onor di servirla.
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CON.
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Mercante?
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RAI.
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Sì signore.
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CON.
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Di che?
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RAI.
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Di tutto un poco.
Buone corrispondenze coltivo in ogni loco.
Di lasciarsi servire quando sia persuasa,
La servirò, occorrendo, di mobili di casa,
Di abiti di ogni sorta, di gioje e argenterie,
D'astucci, d'orologi, di pizzi e biancherie,
Di vini, di liquori, di mode oltramontane,
Di quadri d'ogni prezzo, di specchi e porcellane,
Di cera di Venezia, di caffè di Levante,
Di buona cioccolata, di frutti, fiori e piante,
Statue, cammei, medaglie, armi, libri e cavalli,
Di musica e strumenti, di cani e pappagalli.
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CON.
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Sento che in ogni genere da voi si coglie e semina:
Nel vostro magazzino saravvi anche la femmina.
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RAI.
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Per dir la verità, sia detto con rispetto,
Di tale mercanzia, signor, non mi diletto;
Chi vende e non mantiene, si accusa e si condanna,
E in mercanzie di donne spessissimo s'inganna.
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CON.
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Bravo, ammiro lo spirito e la prontezza vostra.
Di qualche bella stoffa portatemi la mostra:
Voglio farmi un vestito.
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RAI.
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Perdoni l'ardimento,
Di mobili di casa vuol far provvedimento?
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CON.
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Cosa avete di bello?
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RAI.
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Cose superbe e rare,
Tappezzerie magnifiche, che fan maravigliare.
Degli arazzi di Fiandra di un gusto peregrino,
Tessuti sui disegni di Raffael d'Urbino.
Specchi, lumiere e vasi di cristal colorato,
Fabbrica di Venezia d'artefice pregiato,
Che fe' co' bei lavori stupire il mondo tutto,
E riportò con gloria dell'invenzione il frutto.
Addobberem le sale...
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SER.
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Signore, è domandato. (al
Conte)
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CON.
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Chi è?
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SER.
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Il signor Riccardo.
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CON.
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Ah! mi ha pure seccato.
Di' che ho che far per ora. (parte il servo)
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RAI.
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Signore, ha fatto bene.
Le cose che ora premono, risolvere conviene.
Addobberem, diceva...
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