Carlo Goldoni
Il ricco insidiato

ATTO PRIMO

SCENA QUARTA   Riccardo ed il Conte

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SCENA QUARTA

 

Riccardo ed il Conte

 

RIC.

Chi è colui ch'è partito?

CON.

È un uom, per quel ch'io sento,

Che ha cognizion di tutto, che ha pratica e talento

Per provveder di mobili, vestiti e vettovaglie.

RIC.

Badate a quel che fate; vi son delle canaglie.

San che avete danari, ed useranno ogni arte

A gara i frappatori d'aver la loro parte.

Quando si suol comprare, è il consiglio più sano

Le merci dai mercanti pigliar di prima mano.

Lasciatevi servire da chi alle spese è usato,

Io vi farò comprare la roba a buon mercato.

CON.

Veramente vi è tempo a spendere, a comprare:

Per or per qualche giorno ad altro ho da pensare.

Ancor non ho potuto esaminar lo stato,

Le rendite e gli aggravi di quel che ho ereditato.

Tutto da sé faceva lo zio, senza un agente.

Principio ad informarmi; ancor non so niente.

RIC.

Tre o quattr'ore del giorno ponno bastar per questo;

Pensar, pensar dovete a divertirvi il resto.

Finor siete vissuto, si può dir, fuor del mondo;

Voi non provaste ancora a vivere giocondo;

E se perdete i giorni più bei di gioventù,

I beni e le ricchezze non vi gioveran più.

Prendendo di soverchio amor per il danaro,

Non meno dello zio voi diverreste avaro.

E se fuor dello scrigno quell'oro non traete,

Più infelice di prima, più misero sarete.

CON.

Non ho intenzione, amico, di vivere infelice;

Mi voglio divertire, però sol quanto lice.

Spendere, non gettare; veduti ho in questo mondo

De' ricchi, che han distrutto delle ricchezze il fondo.

E se tornassi un giorno nel misero mio stato,

Meriterei allora d'essere bastonato.

RIC.

Con una entrata almeno di dieci scudi al ,

Con un tesoro in scrigno non parlasi così.

Spendere allegramente per ora almen potete,

Finché d'argento e d'oro pieno lo scrigno avete,

Fatevi onore almeno finché potete farlo;

Non mancherà poi tempo un di risparmiarlo.

L'entrata è sufficiente. Basta avere in deposito

Cinque o sei mila scudi, di più non vi è proposito.

Moglie voi non avete, e non avete figli.

CON.

È ver, ma posso averne.

RIC.

Volete vi consigli

Da amico, con amore e con sincerità?

in questo mondo la vostra libertà.

Lasciate il matrimonio con i fastidi suoi;

Quel ben che il ciel vi ha dato, godetevelo voi.

CON.

Ma con donna Felicita sono in un mezzo impegno.

RIC.

Che impegni! che pazzie! Voi mi movete a sdegno.

Ora che la fortuna vi ha tratto fuor di pena,

Volete per diletto imporvi una catena?

Via, non mancherà tempo di prendervi un malanno;

Ma vi consiglio il mondo godere almeno un anno.

Un anno sol provate i beni della vita.

Se voi vi maritate, la libertà è finita;

E colla moglie al fianco, seccante e pretendente,

Tutti i vostri danari non servono a niente.

Provate un par di mesi a far quel che fo io,

Scommetto che alla moglie date un perpetuo addio.

Giochi, feste, teatri, villeggiature amene,

Conversazioni amabili di femmine ripiene,

Tavole con amici, talor qualche viaggetto,

In compagnia alla sera a bevere un fiaschetto,

Vegliar tutta la notte, dormir fin mezzo giorno,

In carrozza, a cavallo, il dopo pranzo intorno;

Spendere allegramente, vestire a tutta moda,

Godere i propri beni, e far che altri ne goda;

Libero da ogni cura, e libero dai guai,

Questa è vita piacevole, e da non morir mai.

CON.

Certo, che s'io potessi far questa vita un anno,

Mi rifarei ben bene d'ogni sofferto affanno.

RIC.

Chi v'impedisce il farlo?

CON.

Per confidarvi il cuore,

Ho con donna Felicita un impegno d'onore.

Ella mi ha sovvenuto nel povero mio stato.

Son cavalier, non posso, non deggio esserle ingrato.

RIC.

Affé, mi fate ridere. Codeste obbligazioni

Ricompensar potete con benefizi e doni.

Ella è una cittadina, un cavalier voi siete;

Bisogno di soccorsi da lei più non avete.

Né può da voi pretendere, per qualche benefizio,

Che facciate per essa di tutto un sacrifizio.

Bella forse vi sembra? ne siete innamorato?

Pochissimo nel mondo avete praticato.

Vi farò veder donne bellissime, vezzose,

Tenere, giovanette, brillanti e spiritose.

Variar, variar mi piace or con questa, or con quella:

Oggi una bella giovane, domani una più bella.

S'intende onestamente, senza intacchi di cuore,

Ché l'allegria è finita, dove si caccia amore.

Andiam, farò conoscervi il fior di gioventù.

Riguardi non abbiate: argent, argent fait tout.

CON.

Lasciatemi pensare un poco a' casi miei.

Passar dal nulla al tutto sì presto io non vorrei.

Parmi d'essere ancora della fortuna un gioco;

Penso in questo gran mondo d'entrare a poco a poco.

Mandai donna Felicita ad invitar poc'anzi:

Andremo a divertirci, ma vo' vederla innanzi.

RIC.

Povero innamorato siete perduto, amico,

E le vostre ricchezze non vi varranno un fico.

CON.

Credetemi, vi parlo con sulle labbra il cuore:

Sento la gratitudine per lei, più che l'amore.

Nelle miserie andate certo l'avrei sposata,

Or la risoluzione sarà più consigliata.

RIC.

Ditemi: in vita vostra avete mai giocato?

CON.

Come giocar poteva nel povero mio stato?

RIC.

Nelle conversazioni andar senza giocare,

Che razza di figura un cavalier può fare?

Comprate delle carte; io vi darò lezione,

Prima al gioco più facile, ch'è quel del faraone;

Poi v'insegnerò l'ombre, il tressetti, il picchetto.

Io sono a tutti i giochi un giocator perfetto.

Per me, qualora io gioco, di guadagnar mi picco;

Ma voi dovrete perdere, che siete un uomo ricco.

Le donne hanno piacere d'essere regalate,

Al donator talvolta senza essere obbligate;

E il mezzo più comune di regalarle poco,

È il perdere con esse qualche zecchino al gioco.

CON.

A tutto ciò v'è tempo: il gioco ho da imparare.

Quando sarò nel caso, mi saprò regolare.

RIC.

Amico, a quel ch'io vedo, non farete niente.

CON.

Perché?

RIC.

Mi par che siate un po' troppo prudente.

CON.

È mai troppa prudenza?

RIC.

È buona a tempo e loco.

Ma chi è troppo prudente, suol divertirsi poco.

CON.

Anzi vo' divertirmi, e non ne vedo l'ora.

Ma il modo di condurmi non ho imparato ancora.

RIC.

Stiamo due mesi insieme. Due mesi s'io vi addestro

Nell'arte del buon gusto, voi vi fate maestro.

 

 

 


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