Carlo Goldoni
Il ricco insidiato

ATTO TERZO

SCENA QUARTA   Il Conte Orazio, poi un Servitore

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SCENA QUARTA

 

Il Conte Orazio, poi un Servitore

 

CON.

Questa ragion di sangue, questo tenero affetto

Non fa ch'io non nudrisca di lor qualche sospetto.

Sì, conosco me stesso, e credo che non sia

Inutile il consiglio d'onesta economia.

È mio sincero amico quel che il mio ben procura;

Ma che per lor non pensino quei due, chi mi assicura?

Chi sa che non procurino vedermi vincolato

Per rendere col tempo migliore il loro stato?

Ancor quel che mi faccia, risolvere non so.

Da chi può consigliarmi, consiglio io prenderò.

SER.

Signor, donna Felicita manda il suo cameriere

A farle riverenza, e a chiederle un piacere.

Ha un affar di premura con lei da conferire,

La supplica in sua casa lasciarsi riverire.

CON.

(Sarei troppo incivile cercando di sfuggirla). (da sé)

Rispondi al cameriere, che sarò ad obbedirla.

SER.

Se mi chiedesse il tempo?

CON.

Può dire alla signora,

Che sarò ai suoi comandi al più fra una mezz'ora. (Il Servitore fa una riverenza, e parte)

 

 

 


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