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SAN. |
Serva sua; a rallegrarmi sono venuta anch'io. |
CON. |
Di che vi rallegrate? |
SAN. |
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CON. |
Grazioso complimento! Quando muore un parente, Venire a condolersi mi par più conveniente. |
SAN. |
Se il morto lascia debiti, si sta in malinconia, Ma quando vi è lo scrigno, la morte è un'allegria. |
CON. |
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SAN. |
Sì certo, a dir son usa in ogn'incontro il vero. Sandrina è il nome mio. Son povera fanciulla, Cerco di maritarmi. Di dote non vi è nulla. Ai miei benefattori raccomandarmi io soglio, E tutti i nomi loro registrano in un foglio. Eccolo qui, signore. Ecco i nomi segnati: Il marchese del Bovolo per sedici ducati, Il conte Parasole per dodici zecchini, Per venti il conte Cavolo fra roba e fra quattrini, La duchessa del Torchio trenta scudi romani, Quattordici filippi il conte Mangiacani, |
CON. |
Siete da me venuta, perch'io mi sottoscriva? |
SAN. |
La somma al mio bisogno ancora non arriva; E so che vossustrissima può rendermi contenta. |
CON. |
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SAN. |
Per quanto? |
CON. |
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SAN. |
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CON. |
Vuol prescriver la somma chi cerca carità? |
SAN. |
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CON. |
Voi come ciò sapete? |
SAN. |
Testé me li ha mostrati. |
CON. |
Fra voi ve la intendete; questa è l'usanza scaltra: Quando si fa del bene, una lo dice all'altra. Poi sfilando bel bello con attestati e lotti, |
SAN. |
Io vengo onestamente, Domando il mio bisogno, e non rubo nïente. Quei che son sottoscritti, non son tanti babbioni. |
CON. |
Esser anche potrebbero false sottoscrizioni. |
SAN. |
Signor, mi maraviglio; voi non mi conoscete. |
CON. |
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SAN. |
Gli altri, per dire il vero, non dissero così. Subito li han pagati. La ricevuta è qui. Una fanciulla onesta andar non può ogni giorno A cercar la elemosina ai cavalieri intorno. Non pratico nessuno; mi preme l'onestà. (sdegnata e sostenuta) |
CON. |
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SAN. |
Poco lontan di qua: (in confidenza) |
CON. |
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SAN. |
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CON. |
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SAN. |
Ho da far una spesa, che subito mi preme... Una spesa, s'intende, per il mio sposalizio... |
CON. |
(Per conoscerla meglio vo usare un artifizio). (da sé) |
SAN. |
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CON. |
Vi fo una confidenza. I scudi a voi promessi, quei che a Pasquina ho dato, Da me sono dovuti in forza di un legato. È ver che il zio è mancato senza far testamento, Ma scritto di sua mano lasciò il suo sentimento. Ed io per gratitudine e per un zelo onesto, Le sue disposizioni vo' soddisfare in questo. Nei libri di memorie trovai codesto articolo... Ma nol dite a nessuno. |
SAN. |
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CON. |
Nel scrigno in una borsa vi son scudi dugento Per dare a due fanciulle nel loro accasamento. |
SAN. |
Oh, in materia di questo, S'informi. La Sandrina? Lo giuro e lo protesto, Che nessun possa dire pericolo non c'è. Non si vede nessuno a capitar da me. S'ella venir volesse, sì sì, si provi pure: |
CON. |
E perché no? sentite: tornate innanzi sera. Ora non posso farlo. Preparerò il danaro. |
SAN. |
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CON. |
Non voglio ostentazione |
SAN. |
Bravissimo; ha ragione. Tornerò innanzi sera. Per ora io la ringrazio. Son serva divotissima del signor conte Orazio. Eh! non pensasse mai... mi sposo domattina. E non creda ch'io parli. (Voglio avvisar Pasquina!). (da sé, e parte) |