Tacqui finor, volendo mirar fino a qual segno
Giunger può degl'ingrati il trattamento indegno.
Della germana vostra, del suo diletto sposo,
Vidi l'amor sincero, vidi il cuor generoso.
Dei servi, degli amici e di un'amante ignota
La fellonia ravviso, l'infedeltà mi è nota.
Pure in faccia di questi, avidi sol dell'oro,
Voi sconoscente, ingrato siete assai più di loro.
Vidi gl'insulti vostri finor con sofferenza,
Ora assai più mi offende la vostra diffidenza.
Credete l'amor mio sì vile e interessato,
Che amar non vi sapessi anche in misero stato?
Qual fui già vi scordaste? o si sospetta e crede
Ch'io il facessi soltanto voi prevedendo erede?
L'amor venga alle prove. Smentisca il cuor maligno
Degli empi innamorati dei beni e dello scrigno.
Conte, voi siete misero, senza speranza alcuna:
Io povera non sono di beni di fortuna.
E se la gratitudine può meritarmi amore,
Vi offro la man di sposa, e vi offerisco il core
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