Carlo Goldoni
Il mondo alla roversa

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA   Cintia, poi Tullia

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SCENA SETTIMA

 

Cintia, poi Tullia

 

CIN.

Oh quanto mi fan ridere

Con questo sospirar, con questo piangere.

Gli uomini non s'avveggono

Che, quanto più le pregano,

Le donne insuperbite più diventano,

E gli amanti per gioco allor tormentano.

TULL.

Cintia, che mai faceste

Al povero Giacinto? Egli sospira,

Egli smania e delira.

Ah, se così farete,

L'impero di quel cor voi perderete.

CIN.

Anzi più facilmente

Lo perderei colla pietade e i vezzi.

Gli uomini sono avvezzi,

Per la soverchia nostra

Facilità del sesso,

A saziarsi di tutto, e cambiar spesso.

 

Se gli uomini sospirano,

Che cosa importa a me?

Che piangano, che crepino,

Ma vuò che stiano .

Anch'essi, se potessero,

Con noi farian così.

Laddove delle femmine

Il regno ancor non v'è,

La tirannia dei perfidi

Pur troppo s'infierì;

Ed or di quelle misere

Vendetta si fa qui. (parte)

 

 

 


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