Carlo Goldoni
Lo spirito di contradizione

ATTO PRIMO

SCENA QUINTA   Ferrante e detti

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SCENA QUINTA

 

Ferrante e detti.

 

FER.

Ecco, signora mia, subito son venuto

Alla padrona nostra a rendere il tributo. (con ironia)

DOR.

Garbato il signor suocero! mi piace il stile ironico.

Queste parole vostre han pur del maccheronico.

RIN.

No, signor padre, alfine al ben di tutti noi

Mia moglie è inclinatissima. Brama parlar con voi.

FER.

Nuora mia, compatitemi, la rabbia e la passione

Fa gli uomini talvolta parlar senza ragione.

Che volete voi dirmi?

DOR.

Vuò dir, con sua licenza,

Che usarmi si potrebbe un po' di convenienza.

Che non son la padrona, ma che pretendo anch'io

Essere rispettata, dove ho portato il mio.

Che non vuò che mi vengano a rendere tributi,

Ma i scherni a una mia pari, signor, non son dovuti.

FER.

Scusatemi, ho scherzato.

RIN.

Via, non più, Dorotea.

Spiegate al signor padre qual sia la vostra idea.

DOR.

Non voglio che in ridicolo si ponga un mio consiglio.

Se mi deride il padre, mi sfogherò col figlio. (parte)

 

 

 


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