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SCENA PRIMA
Ferrante ed il Conte Alessandro
FER. |
Caro conte Alessandro, vi son bene obbligato. Vedo con quanto amore vi siete interessato. |
CON. |
Amico, vel confesso, poco non mi ha costato A vincer colle buone quell'animo ostinato. Ma l'amicizia nostra, la stima che ho di voi, Anche il signor Gaudenzio con i consigli suoi, Tutto fe' che all'impegno mi disponessi ardito, E per mia buona sorte alfin ne son riuscito; Dunque, com'io diceva, si stenderà il contratto Nella stessa maniera, come da pria fu fatto. Voi sottoscriverete, e vostro figlio ancora. |
FER. |
Conte mio benedetto, cosa dirà mia nuora? Sapete che in mia casa costei è un precipizio. Se torna a imbestialire, cosa dirà Fabrizio? |
CON. |
Firmate la scrittura, non qui, ma in altro loco. Celata alla signora tenetela per poco. Poi, se vi contentate, lasciate che con lei Possa mettere in pratica certi disegni miei. Chi sa che non mi riesca cambiarla intieramente? |
FER. |
No, con quella testaccia voi non farete niente. |
CON. |
Posso provar. |
FER. |
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CON. |
Ma non vorrei, che in petto |
FER. |
Mio figlio? poveraccio! è il miglior uom del mondo Non so che non farebbe per vivere giocondo. Buona cosa, per dirla, ch'ella in tutt'altro è pazza, Ma in materia d'onore è un'ottima ragazza. Per altro, in quanto a lui, se fosse in altro caso, Da lei si lascierebbe condurre per il naso. E poi voi siete il fiore degli uomini onorati; Può con voi mio figliuolo star cogli occhi serrati. Ma questa è nata apposta solo per contradire. |
CON. |
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FER. |
Eccolo lì il demonio. (osservando fra le scene) |
CON. |
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FER. |
Amico, a rivederci: io parlovi sincero, Con lei, meno ch'io posso, voglio trovarmi insieme. Vo dal signor Fabrizio a far quel che più preme. |