Carlo Goldoni
Lo spirito di contradizione

ATTO SECONDO

SCENA SECONDA   Il Conte Alessandro, poi la Signora Dorotea

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SCENA SECONDA

 

Il Conte Alessandro, poi la Signora Dorotea

 

CON.

Per servire all'amico vuò mettermi al cimento;

Ma lo vo' fare ancora per mio divertimento.

Ad insegnar, se posso, vuò colla mia lezione

A vincer delle donne l'usata ostinazione.

DOR.

E bene, signor Conte, si è soddisfatto ancora

Il suocero indiscreto di dir mal della nuora?

CON.

Finora fra me stesso vi ho assai compassionata.

In verità, signora, siete sagrificata.

DOR.

Di me che vi diceva quel vecchio ignorantissimo?

CON.

Seco mi ha trattenuto a favellar moltissimo.

Lasciamo andar le cose, che non importan molto,

Ma in ciò, mi compatisca, è un operar da stolto.

Maritar la figliuola, lo dico e lo protesto,

Senza il consenso vostro è un torto manifesto.

DOR.

Siete male informato sopra di un tal proposito,

E per farmi la corte, voi dite uno sproposito.

Maritando la figlia non ho tal pretendenza,

Che venga il genitore a chiedermi licenza.

CON.

Non m'intendea di dire, che dipendesse affatto,

Ma rendervi doveva intesa del contratto:

Non chiamarvi al congresso a cose terminate.

DOR.

Conte, voi non sapete quello che vi diciate.

Mi han chiamato benissimo in tempo ch'io poteva

Dir voglio, e dir non voglio, e far quel ch'io voleva.

CON.

E voi prudentemente avete proibito

Il foglio sottoscrivere al docile marito;

E con ragione oppostavi al nuzial contratto,

Quel che da lor si fece, venne da voi disfatto.

DOR.

Facciano quel che vogliono, non contradico mai;

Ma, signor, questa volta me ne hanno fatto assai.

CON.

Cosa mai vi hanno fatto? ditelo in confidenza.

DOR.

È venuto mio suocero a dirmi un'insolenza.

CON.

Imprudente!

DOR.

Poc'anzi, senza rispetto, ardito,

Si è avanzato a deridermi.

CON.

Oh vecchio rimbambito!

DOR.

In tempo che sollecita io mi prendea l'affanno

Per lui, per la sua figlia; si pentirà.

CON.

Suo danno.

DOR.

Chiamarmi per ischerzo col titol di padrona!

Una donna mia pari così non si canzona.

Un fallo d'ignoranza lo so anch'io perdonare;

Ma poi, quando m'insultano, so farmi rispettare.

CON.

Manchereste a voi stessa soffrendo i loro oltraggi.

Sareste condannata dagli uomini più saggi.

DOR.

Conte, ve lo protesto, non dico una parola.

Per lo più nel mio quarto sto ritirata e sola.

Lascio che tutti facciano quello che voglion fare;

E se una volta parlo, mi vengono a insultare.

CON.

E voi cangiate stile, parlate con impero;

Fate veder che siete padrona daddovero.

DOR.

Non ho un can che m'aiuti; son sola, ed essi in tre:

Padre, figlio, sorella, tutti contro di me.

Mi beffano ancor essi, se a' miei parenti il dico,

E nelle mie occorrenze non trovo un buon amico.

CON.

Conosco il mio demerito, per questo io non ardisco,

Ma se di ciò son degno, servirvi mi esibisco.

DOR.

Farete come gli altri, che dopo quattro

Mi han voltato le spalle.

CON.

Io non farò così.

Sono colle signore costante e sofferente.

DOR.

Da me, quei che mi trattano, non hanno a soffrir niente.

Io sto dove mi mettono. Fatemi allesso, o arrosto,

Alla condiscendenza ho l'animo disposto.

Quando a parlar mi chiamano, dico la mia opinione,

Per altro facilmente mi arrendo alla ragione.

CON.

Più bel temperamento non ho veduto al mondo,

Lo star con voi sarebbe un vivere giocondo.

Se avessi di servirvi il sospirato onore,

Mi chiamerei felice, vi servirei di cuore.

DOR.

Ben, se la bontà vostra a favorirmi inclina

Meco potete a pranzo restar questa mattina.

Campo avrem da discorrere.

CON.

Ma che dirà il marito?

DOR.

Da lui non vuò dipendere, se un commensale invito.

CON.

Quando così vi piace, a voi farò ritorno.

Ho un affar che mi preme, innanzi al mezzogiorno.

DOR.

Mezzogiorno è suonato.

CON.

Perdonate, signora,

Alla campana solita vi manca più d'un'ora.

DOR.

Queste son quelle cose che mi fanno arrabbiare;

Prima che qua venissi, l'ho sentita a suonare.

Quando lo dico, è vero.

CON.

Sì, è vero. O che balordo!

L'ho sentita suonare; anch'io me ne ricordo.

DOR.

(D'un cuore ragionevole in lui mi comprometto). (da sé)

CON.

(Questa è la via sicura per acquistar concetto). (da sé)

 

 

 


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